Si potrebbe sciogliere nelle prossime ore il rebus del candidato del centrodestra alle regionali d’autunno in Sicilia. Dopo i veti di parte dei forzisti alla candidatura dell’avvocato Gaetano Armao, Silvio Berlusconi sembrerebbe pronto a sacrificare il fondatore dei SicilianIndignati da cui è rimasto folgorato ad Arcore, in nome dell’unità del centrodestra e a convergere su Nello Musumeci, ex An, preferito da una grossa fetta di azzurri. Gli ultimi boatos raccontano di un Cavaliere pronto a chiamare Armao per chiedergli di fare un passo indietro. Ma, a questo punto, nessuno dei due candidati, già impegnati nei tour elettorali, sembra disposto a mettersi completamente da parte. Così torna l’ipotesi ticket, che appare la più accreditata nel partito.
Di ufficiale ci sono le parole di Gianfranco Miccichè, commissario regionale di Forza Italia, che all’Italpress ribadisce: “L’alleanza del centrodestra è la nostra priorità. La nostra scelta resta Gaetano Armao, ma non possiamo sacrificare l’unità di tutto il centrodestra”. Musumeci presidente e Armao vice? “Stiamo lavorando per convincere Nello Musumeci e Gaetano Armao a stare insieme – spiega Miccichè -. Ci stiamo affidando al loro senso di responsabilità. Vedremo chi dei due è più disponibile a fare un passo indietro. Nel partito c’è chi lavora per convincere Musumeci, altri per convincere Armao con l’obiettivo di raggiungere l’unità del centrodestra”.
In attesa della ‘nomination’ di Berlusconi, i candidati in pectore alzano i toni: “Questa non è una terra di destra, ma una dove è nato il partito di Sturzo, la Democrazia Cristiana di Giuseppe Alessi e di uno straordinario e innovativo governo regionale presieduto da Piersanti Mattarella. Questa è una terra della tolleranza. Il programma politico è una cosa seria, la rievocazione storica su quelli della ‘Fiamma’ è una cosa diversa”, attacca Armao, rispondendo a distanza a Musumeci, che ritiene di essere “l’unico candidato a destra che può vincere”. Vincenzo Figuccia, deputato regionale, da mesi in aperto dissenso alla linea di Miccichè, di cui aveva chiesto la testa, parla già di “un centrodestra che ha trovato la quadra su Nello Musumeci candidato presidente. Ci sono tutte le condizioni per dare alla Sicilia un governo nuovo e guidato da un politico perbene”.
Anche nello schieramento opposto si incomincia a intravedere uno spiraglio. La sinistra è pronta a dare l’investitura a Claudio Fava, per la corsa a Palazzo d’Orleans, che si è dato 24 ore di tempo per sciogliere la riserva. Potrebbe essere lui l’uomo su cui i bersaniani e Sinistra italiana vorrebbero puntare come alternativa al ‘modello Palermo’ sponsorizzato da Leoluca Orlando, progetto che vede correre insieme dem e alfaniani. Dopo il no di ieri sera del senatore Corradino Mineo, il deputato di Mdp, Angelo Capodicasa, all’Italpress ha annunciato “la disponibilità di Fava a candidarsi”. “Oltre a noi di Mdp, ci sarà Sinistra italiana, Rifondazione comunista, i socialisti e Possibile di Pippo Civati”, ha spiegato l’ex vicepresidente della Regione, confermando ancora una volta la volontà della sinistra di correre con una candidatura autonoma, nonostante i ripetuti appelli del ‘Professore’ al ‘campo largo’.
“Ci sto pensando e lunedì scioglierò la riserva”, risponde Fava, vice presidente della commissione parlamentare Antimafia. Disponibilità di Fava – vicino a Orlando ai tempi della Rete – raccolta anche da Ottavio Navarra, editore palermitano che sabato scorso aveva lanciato la sua candidatura alla presidenza della Regione: “Sono disposto a ritirarmi in nome dell’unità della sinistra. Non sarò io l’ostacolo. Sia io che Fava abbiamo l’interesse di dare alla Sicilia un’alternativa al malgoverno e l’obiettivo di vincere le elezioni”.
Le regionali siciliane rischiano, intanto, di spaccare i bersaniani sull’alleanza con gli alfaniani. Se i siciliani sono nettamente contrari all’accordo, da Roma, Ciccio Ferrara, vicepresidente di Articolo 1 – Mdp e braccio destro di Giuliano Pisapia di Campo Progressista, ha definito “generoso il tentativo di Leoluca Orlando di riunire intorno a un unico candidato le forze politiche e sociali di centrosinistra”. Ma Capodicasa non ci sta e risponde anche all’ex sindaco di Milano, che in queste ore starebbe cercando di convincere la sinistra ad aprire agli alfaniani: “Ricordo che già nel maggio scorso Giuliano Pisapia disse per la prima volta che non si poteva andare con Alfano. Se adesso Pisapia cambia opinione ne prendiamo atto, ma le condizioni che noi poniamo per le regionali siciliane erano note da tempo a tutti, a Orlando in particolare con cui abbiamo sempre discusso. Ora, come si suol dire, cadono dal pero. Forse pensavano che ci saremmo piegati alla logica delle ammucchiate, ma hanno sbagliato”.
Insomma, in definitiva, in attesa delle investiture ufficiali dei candidati di centrodestra e centrosinistra, in Sicilia le discussioni sul nulla continuano.