Non fa sconti Rosario Crocetta, che all’indomani della presentazione di Micari, candidato presidente della Regione del centrosinistra e della consacrazione della segreteria regionale Pd, esce con una dichiarazione senza mezzi termini dal sito del suo movimento “RiparteSicilia”: «Non accetto imposizioni dall’alto. Decideranno i siciliani il candidato del centro sinistra. Io mi candido, e se ci sono altri candidati lo statuto del Pd parla chiaro: bisogna fare le primarie”.
“I quadri dirigenti – scrive Crocetta – non si selezionano in politica per pubblico concorso. Servono consenso, valori, la conoscenza delle situazione reali come la realtà degli indigenti, dei pensionati, dei senza lavoro. Dico anche che un gruppo di potere palermitano ben identificato e un’area romana del partito non può imporre un candidato ai siciliani. Io sono abituato a lottare e mi batterò per vincere. Sono combattente per natura, morirò sul campo di battaglia con dignità ma mi batterò fino all’ultimo. Questa è la mia storia».
Un’idea, quella di Crocetta di vincere o perdere sul campo, che in questi anni è stata più volte ribadita dall’ex sindaco di Gela e a cui lui stesso affida le residue possibilità di permanenza a Palazzo d’Orleans.
Per il Pd adesso si pone il problema, da risolvere in tempi rapidissimi, di cercare una composizione con Crocetta o andare allo scontro nel già pluriframmentato scenario della coalizione.
Da Roma tutto tace. Almeno al momento. Lo stesso Renzi, intervenendo a Palermo, in occasione della presentazione del suo libro, aveva chiarito che a decidere sarebbero stati i siciliani del suo partito. Che in verità hanno deciso di non decidere su Crocetta, trascinando sino a questo momento una complessa e difficile situazione.
Le primarie, di fatto sono l’ultima possibilità di dare a Crocetta l’onore delle armi, ma è tardissimo e nella corsa contro il tempo, ad essere indietro sarebbe anche la macchina organizzativa. Senza contare che eventuali appetiti, mai sopiti dei big del Pd, di scendere e misurarsi sul campo, complicherebbero ulteriormente il panorama. Ecco perché la voce che grida nel deserto del presidente uscente della Regione, rischia di rimanere inascoltata.
Oggi, comunque, Crocetta sarà a Roma dove avrà un faccia a faccia con Renzi, il quale proverà a convincerlo a fare un passo indietro, ma – stando ai toni di questa dichiarazione del governatore – la strada del segretario nazionale del Pd è tutt’altro che spianata.