I sindacati non ci stanno alla prospettiva del dissesto per la Città Metropolitana di Messina. Non ritengono opportuna la procedura avviata dagli uffici di Palazzo dei Leoni e a passare al contrattacco sulla questione è la Cisl Funzione Pubblica.
“Il Commissario straordinario – si legge in una nota del sindacato – con un ulteriore atto di indirizzo, propone al Sindaco Metropolitano di adottare un apposito decreto di proposta di dissesto a questo Commissario straordinario nell’esercizio nelle proprie funzioni di Consiglio metropolitano, rappresentato appunto da se stesso, per uno squilibrio finanziario di 25 milioni che non consente di poter approvare il Bilancio Consuntivo ed il rendiconto di gestione per il 2016 ed il bilancio di previsione 2017. Piuttosto non comprendiamo come, ad oggi, non si è tenuto conto dei rilievi mossi negli anni dalla Commissione Regionale della Corte dei Conti sui bilanci degli anni pregressi. Rilievi già in possesso dell’Ente e mai valutati concretamente. Eppure, risulterebbe che gli Uffici lavorano alacremente per chiudere il Consuntivo 2016 e predisporre gli atti per l’approvazione del Previsionale 2017 che, ricordiamo, può essere approvato entro il prossimo 30 settembre”.
Così la Cisl Funzione Pubblica, con il suo segretario provinciale Calogero Emanuele e il segretario aziendale Giovanni Coledi, torna ad occuparsi della “patata bollente” del dissesto della Città Metropolitana ribadendo di non comprendere “la fretta del Commissario che a distanza di pochi giorni emette un ulteriore atto di indirizzo, assistendo parallelamente all’ingiustificato silenzio dell’Organismo deputato a valutare le condizioni economiche e finanziarie dell’Ente e cioè il Sindaco Metropolitano”.
Calogero Emanuele continua a sostenere che sarebbe opportuno coinvolgere i Sindaci delle Comunità locali con la convocazione di un tavolo di confronto per analizzare le soluzioni alternative al dissesto finanziario. “Siamo convinti – continua – che il prelievo forzoso del governo nazionale e la riduzione dei contributi da parte della Regione sono le cause della dichiarata incapacità finanziaria e funzionale della Città Metropolitana ma non è la dichiarazione di dissesto che risolve il problema. Il compito di trovare una soluzione spetta alla politica ed ai parlamentari nazionali e regionali che, invece di dare corretta applicazione alla legge nazionale di riforma, hanno perso solo tempo portando le ex Province al capolinea”.
Altro dato evidenziato dalla Cisl è quello che la Città Metropolitana di Messina non riesce a fare squadra con le altre realtà siciliane, prime tra tutte Palermo e Catania. “Il Commissario e il Sindaco di Messina hanno pensato e pensano solo a darsi visibilità, a fare parate, proclami, cittadinanze onorarie, premiazioni, rappresentanze, senza occuparsi realmente di affrontare le criticità e le possibili strategie per evitare il peggio”.
La dichiarazione di dissesto, a giudizio della Cisl, è da ritenersi un atto ingiustificato ed inopportuno: “Piuttosto vanno chiamati alla responsabilità la classe politica ed il Governo regionale che in questi anni ha solo “giocato” ma parallelamente è necessario coinvolgere Autorità Istituzionali di alto profilo, preposti a verifiche, vere e reali, della situazione finanziaria dell’Ente. Il dissesto – precisa Emanuele – rappresenterebbe un disastro con ricadute negative per il personale che, in applicazione della legge di riforma verrebbe calcolato sulla base dei servizi da erogare e delle disponibilità di bilancio e, invece, con il dissesto verrebbe calcolato sul rapporto dipendenti/popolazione (1/822 previsto dal DPCM) che in ragione delle 645 mila abitanti la Città Metropolitana potrebbe avere solo 784 dipendenti. A questo va sommata l’impossibilità a poter attingere a finanziamenti o poter realizzare e quelle opere previste dagli strumenti di programmazione, come Masterplan e Piano per il Sud”.