Si apre un nuovo fronte nell’emergenza degli sbarchi di migranti in Sicilia. Qualche ora fa si è infatti registrato il primo sbarco di migranti a Lipari, alle Isole Eolie.
Uno scenario del tutto inedito quello che si è verificato alle Eolie, con l’arrivo di 44 stranieri giunti questa mattina nella spiaggia di Bruca-Fontanelle. A bordo del gommone ritrovato nella caletta di Lipari c’erano sette bambini e otto donne, di cui una incinta, probabilmente provenienti dall’Iraq.
Il gommone è stato avvistato intorno alle sei del mattino da una barca di pescatori che ha immediatamente avvertito le forze dell’ordine: a intervenire sul luogo le motovedette della Capitaneria di Porto e i Carabinieri della Compagnia di Milazzo.
I migranti erano bloccati sulla spiaggia di una delle calette di Lipari raggiungibile solo via mare, la Guardia Costiera è, quindi, intervenuta portando il gruppo di stranieri al porto. Giunti lì sono stati sottoposti ai controlli sanitari di rito da parte del 118. Attualmente il gruppo di stranieri è diretto a Messina per le procedure identificative. Si attendono nuovi risvolti sulle indagini per scoprire come il gommone di migranti abbia fatto a raggiungere le Isole Eolie senza essere individuato. Sino a questo momento non si era mai verificato lo sbarco di migranti nelle coste eoliane.
Lo sbarco alle Eolie è avvenuto mentre in Europa continua il muro contro muro tra i vari Stati sulla ricollocazione dei cittadini extracomunitari e nelle scorse ore c’è stata la discussa sentenza della Corte di giustizia Ue, che ha deciso di respingere i ricorsi di Slovacchia e Ungheria contro le “relocation” dei richiedenti asilo da Italia e Grecia.
Nella sentenza i giudici hanno spiegato che “il meccanismo contribuisce effettivamente e in modo proporzionato a far sì che la Grecia e l’Italia possano far fronte alle conseguenze della crisi migratoria del 2015“.
Slovacchia e Ungheria, che nel 2015, in Consiglio avevano votato contro la misura temporanea (come Repubblica Ceca e Romania) avevano chiesto alla Corte di giustizia di annullarla, sia per motivi intesi a dimostrare che la sua adozione era viziata da errori di ordine procedurale o legati alla scelta di una base giuridica inappropriata, sia perché non idonea a rispondere alla crisi migratoria, né necessaria a tal fine. Nel procedimento davanti alla Corte, anche la Polonia è intervenuta a sostegno della Slovacchia e dell’Ungheria, mentre Belgio, Germania, Grecia, Francia, Italia, Lussemburgo, Svezia e la Commissione europea sono intervenuti a favore del Consiglio Ue. Con la sua odierna sentenza, la Corte ha respinto integralmente i ricorsi proposti da Slovacchia e Ungheria.