Non c’è pace per i lavoratori di Grande Migliore, il fu primo centro commerciale di Palermo. Dopo la chiusura di diversi punti vendita, nonchè l’affitto e la cessione di rami d’azienda, la società subentrata in seguito al fallimento del mega store ha deciso di chiudere altri due negozi e avviare la procedura di licenziamento di 35 lavoratori. Per la precisione si tratta del punto di Viale Aiace 136 Palermo, con i suoi 8 dipendenti, e di quello di Viale J.F. Kennedy 13 di Partinico, anche in questo caso con 8 addetti. Gli altri esuberi fanno parte dell’organico del Polo Notarbartolo, di via Generale Di Maria, che subirà una riduzione di 19 unità.
A determinare la decisione, spiega la Gieco Srl nella lettera che comunica ai sindacati e al Centro per l’impiego del capoluogo, il calo del fatturato. Una flessione insostenibile delle entrate determinata, secondo l’azienda, da un fattore strutturale, ovvero la crisi generale del mercato, e uno contingente, ossia i disagi causati dai lavori della metropolitana nei pressi del punto vendita di via Generale di Maria. Situazione aggravatasi, sottolinea l’azienda, con l’attivazione presso la stesa via del senso unico. Un cambiamento della viabilità che avrebbe dimezzato il numero dei potenziali clienti.
“La comunicazione giunge come una doccia fredda”, dichiara Mimma Calabrò, segretaria regionale della Fisascat Cisl. “All’orizzonte si intravede l’ennesimo calvario – continua la sindacalista – per tutti i lavoratori che, reduci del fallimento Migliore, cercavano il riscatto con il nuovo imprenditore. Ma anche questa volta registriamo, con grande rammarico, che si preferisce deporre le armi avviando procedure di licenziamenti collettivi”.
Dal 2014 ad oggi la società ha ceduto in affitto tre rami d’azienda del polo Grande Migliore di Trapani ad altrettante imprese operanti nel settore della grande distribuzione di elettrodomestici e di abbigliamento, consentendo la salvaguardia di 35 lavoratori. Tutto ciò, tuttavia, non ha permesso di migliorare i conti. Di recente, infatti, la Gieco Srl ha chiuso le unità produttive di Migliore Casa, Migliore Giocattolo e Area Notte di Palermo. Un triste epilogo che neanche il ricorso alla cassa integrazione straordinaria è riuscita a scongiurare.
“Ciò che più rammarica in questa situazione – spiega Mimma Calabro – è che i lavoratori hanno fatto di tutto per evitare il peggio. Anche di sopportare cronici ritardi nei pagamenti degli stipendi, portando avanti le loro famiglie con degliacconti riferiti comunque a mensilità non correnti. Purtroppo la storia si ripete. Al momento necessita attendere la convocazione dell’esame congiunto per entrare nel merito della questione. La Fisascat, però, anche questa volta è pronta a intraprendere ogni iniziativa ritenuta idonea a tutela dei lavoratori, dei loro diritti, del loro reddito”.
Per Marianna Flaurto, segretaria generale della Uiltucs Sicilia,“la procedura Gieco rappresenta il fallimento di un progetto aziendale che inizialmente sembrava potesse essere una soluzione positiva per garantire una parte dei lavoratori Migliore”.
“Si può ben comprendere – prosegue la sindacalista – la delusione dei lavoratori che in questi anni si sono sacrificati dovendo spesso elemosinare lo stipendio che è un loro sacrosanto diritto e nonostante tutto sono sempre stati presenti ed hanno svolto con diligenza il loro lavoro. Abbiamo chiesto l’esame congiunto e al tavolo sindacale esprimeremo la nostra posizione di contrarietà alla procedura. Nel frattempo siamo ancora in attesa di conoscere l’esito del bando per la vendita del Grande Migliore ed anche in quest’ultimo caso la delusione dei lavoratori è tanta, come il senso di impotenza anche per la totale assenza di un interesse concreto da parte dell’amministrazione comunale ove si sono svolti numerosi incontri infruttuosi”.