“La città è invasa dai rifiuti. Il Comune, invece di provvedere a ripulire le strade della città, prepara e diffonde una lista con i morosi”. Questa la denuncia di Fabrizio Ferrandelli, consigliere comunale, che oggi in Consiglio ha denunciato l’accaduto e consegnato ai consiglieri in segno di provocazione degli adesivi che riprendono lo slogan del comune sulla Tari, modificato: “Io pago la Tari se pulisci la città”.
“Ognuno deve fare la propria parte, ma il Comune disattende il pagamento con la mancata pulitura – precisa Ferrandelli –. Piuttosto che compilare liste, sarebbe stata utile organizzare una task force con le associazioni di categoria per capire come intervenire a sostegno dei commercianti e dilazionare i loro debiti sopratutto in momenti di crisi nera come questa. Tali liste poi non sono nemmeno certo offrano spaccati reali. Tra i morosi compare ad esempio anche il mio nome, ma in realtà avanzo 114 € dal comune per la Tari 2014 e pochi giorni fa ho ricevuto un rimborso di 900 € perché ho versato maggiori tributi. Eppure nell’elenco vengo iscritto per 74 € de 2015. Nonostante abbia pagato correttamente i bollettini inviatimi dall’ufficio Tari. Oltre ad essere deprecabile in sé il gesto, che garanzia di attendibilità avrebbero tali liste dei “buoni e dei cattivi” a cui consegnare patenti di legalità presunta e marchiando persone per bene o in difficoltà come “illegali”? Il Comune – conclude Ferrandelli – preferisce “sporcare” le persone piuttosto che pulire la città”.
Sulla vicenda è intervenuto, anche se di parere opposto, il consigliere di Sinistra Comune, Giusto Catania: “È scandaloso che rappresentanti istituzionali e organizzazioni di categoria si ergano a difensori degli evasori fiscali: è grave che a Palermo vi sia il 67% di aziende che non pagano la Tari, non il fatto che l’amministrazione comunale scelga di recuperare le risorse dovute alla città.”
Il capogruppo di Sinistra Comune, intervenendo oggi in Consiglio comunale, ha aggiunto: “L’azione di recupero dell’evasione fiscale è una battaglia di giustizia sociale poiché la stragrande maggioranza degli imprenditori che non paga la Tari dispone di entrate ben superiori alle somme dovute alla collettività. L’evasione fiscale dei ricchi si scarica sui cittadini più poveri che vedranno aumentata la propria tariffa. Queste imprese che non pagano la Tari – ha concluso Catania – sono i primi responsabili della difficoltà del servizio di smaltimento rifiuti di cui soffre la città.”
Anche il consigliere Marcello Susinno ha sottolineato un aspetto rilevante: “La tariffa pagata dai cittadini palermitani è inferiore rispetto a quella di tanti altri Comuni della Provincia; per questa ragione nessuno può sostenere che la gravosità della tariffa sia causa dell’evasione.”