“Entro dicembre saranno pronte le prime case per chi ancora vive nelle baracche“. La parola d’ordine, che calendario alla mano rischia di diventare una missione impossibile, è del sindaco di Messina, Renato Accorinti che promette un’accelerazione nei tempi dell’iter che più di qualsiasi altro viene atteso dalla gente delle periferie della città peloritana per porre fine a una vergogna che dura da una infinità di anni.
Sono stati finanziati da Roma 18 milioni di euro attraverso il progetto Capacity, e le somme sono finalizzate proprio a dare una casa ad oltre 150 famiglie messinesi che chiedono una casa e reclamano un atto legittima di dignità. Nel 1990, come ricordato anche di recente dai media nazionali, 500 miliardi di lire (pari come capacità di spesa a oltre 450 milioni di euro attuali) furono messi a disposizione del Comune di Messina da una legge regionale (la 10/90), “ma servirono a poco”. E così “le baraccopoli della città non furono smantellate allora così come non lo erano state prima e non lo sarebbero state dopo”.
Il tempo si allunga, trascorre impietoso e anche il 2017 volge al capolinea ma Accorinti ricorda che il recupero sociale e urbano di Fondo Fucile e Fondo Saccà è già stato finanziato e che l’iter è avviato. “Nel 2016 il Comune di Messina con il progetto Capacity è stato tra i 24 vincitori in Italia del bando periferie. Con i 18 milioni ottenuti sono già state avviate importanti azioni di recupero sociale oltre che urbano, basate sulla sostenibilità ambientale e sulla innovazione sociale e tecnologica. Capacity è un progetto complesso che nasce da un percorso virtuoso di partecipazione con il territorio in cui le priorità sono state condivise e definite in modo collegiale, in cui trovano adeguato spazio percorsi di accompagnamento sociale, di microcredito, di riqualificazione urbana con la previsione di spazi verdi al posto delle baracche. L’azione posta in agenda in alcune tra le aree più degradate della città: Gazzi, Fondo Fucile, Fondo Saccà, Bisconte, Camaro“.
“Il progetto – aggiunge Accorinti – va avanti, sono in corso le procedure (graduatorie, bandi) necessarie per dare una casa ai cittadini e anche le azioni urbanistiche per il recupero delle aree dismesse (stazione di Camaro, ex ferrovia, fondo Saccà). Il Comune è in attesa di una seconda tranche di finanziamento da parte del Governo nazionale che consentirà di “liberare” le prime famiglie dalla condizione di vita in baracca e farle accedere alla nuova casa. Con questo progetto vengono date case a oltre 150 famiglie che potranno scegliere se avere un contributo dal Comune (non superiore a 80 mila euro) per l’acquisto di un appartamento a loro scelta oppure accettare una casa acquistata per loro dal Comune. Se l’attesa tranche di finanziamento arriverà a breve, è probabile che entro dicembre finalmente le prime famiglie che hanno già scelto di acquistare una propria casa, potranno firmare i contratti di acquisto utilizzando anche il sistema di finanza etica che affianca il progetto”.