GUARDA LA VIDEO INTERVISTA IN ALTO
Il caso San Domenico tiene in ansia oltre 100 lavoratori della storica struttura alberghiera che alle porte di Natale rischiano il licenziamento in vista dell’imminente chiusura per almeno un anno determinata da previsti lavori di ristrutturazione.
I sindacati rilanciano la necessità della salvaguardia dei livelli occupazionali ma avvertono anche sull’altrettanto impellente esigenza di rivedere le politiche turistiche ed economiche a Taormina per fronteggiare gli effetti sempre più negativi dettati dalla stagionalità del turismo. Si lavora troppo spesso o quasi sempre da aprile/maggio sino a fine ottobre (nella migliore delle ipotesi) e poi la bassa stagione diventa una sfida per sopravvivere. Mai come quest’anno l’inverno fa paura, per i lavoratori del San Domenico ma anche per tanti altri che vivono nel territorio ionico con un impiego stagionale.
“La questione San Domenico – spiega Pancrazio Di Leo, segretario regionale aggiunto della Fisascat Cisl Sicilia – è ancora aperta. Abbiamo chiesto un incontro alla società per fare chiarezza sulla procedura attivata. Noi lotteremo per salvaguardare i livelli occupazionali, sia per quanto riguarda i lavoratori a tempo indeterminato sia per gli stagionali, ed anche per i terzializzati che sono in servizio tramite una cooperativa. Oggi queste persone rischiano il licenziamento e se così dovessero andare le cose, il prossimo anno non troverebbero lavoro perché il mercato è già saturo e sono poche le possibilità di trovare quindi altrove un impiego sempre nel comparto turistico-ricettivo“.
“E’ evidente che non si può più rimandare – evidenzia Di Leo – la programmazione di una destagionalizzazione per la città e di conseguenza per l’economia del paese. Taormina ha bisogno di lavorare in termini annuali, la stagionalità non basta più per far sopravvivere le famiglie. Nel 2018 dovrebbe essere finalmente disponibile per tutto l’anno il Palazzo dei Congressi, che è in fase di ristrutturazione e questo contribuirà a dare un segnale positivo ma occorre anche altro e, ad esempio, pianificare delle iniziative per l’intrattenimento dei turisti nei mesi di bassa stagione quando Taormina è, purtroppo, perennemente vuota“.
“La problematica attuale del San Domenico, che è poi quella anche di altre strutture del territorio di Taormina e di tante altre realtà siciliane – aggiunge Di Leo –, richiama una questione molto seria che è quella della Naspi. Nel solo comprensorio di Taormina e della zona ionica oltre 10 mila persone lavorano in attività alberghiere e commerciali e per tutte queste persone c’è da fare i conti con la Naspi a suo tempo varata dal Governo. I lavoratori stagionali vengono penalizzati perché con questa normativa chi ha lavorato soltanto per 6 mesi avrà un indennizzo del 50%. A quel punto i lavoratori stessi da febbraio in poi rischiano di ritrovarsi senza un impiego, senza un euro e costretti a dover sopravvivere senza neppure delle opportunità di altra ricollocazione. Così la gente d’inverno rischia di morire di fame“.