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Uomini infettati dal vaiolo delle scimmie: Iss istituisce task force d’esperti

giovedì 19 Maggio 2022

In Gran Bretagna è stata osservata una trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie nell’ambito della comunità gay, tra uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini.

Lo rileva l’Oms, sottolineando che sempre in Gran Bretagna “contatti sessuali e i luoghi visitati (ad esempio saune, bar e club) sono attivamente oggetto di indagine per quattro casi” osservati nella comunità Gbmsm (Gay, bisessuali, uomini che fanno sesso con uomini).

Il 13 maggio 2022, all’OMS sono stati notificati due casi confermati in laboratorio e un probabile caso di vaiolo delle scimmie, provenienti dalla stessa famiglia, nel Regno Unito.

Il 15 maggio, sono stati segnalati altri quattro casi confermati in laboratorio tra i partecipanti ai servizi di salute sessuale che presentavano una malattia da rash vescicolare e in gay, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Come misure di risposta, è stato istituito un team per coordinare gli sforzi di tracciamento dei contatti.

Contrariamente ai casi sporadici con collegamenti di viaggio verso paesi endemici, rileva l’Oms, “nessuna fonte di infezione è stata ancora confermata. Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, l’infezione sembra essere stata acquisita localmente nel Regno Unito. L’entità della trasmissione locale non è chiara in questa fase e vi è la possibilità di identificare ulteriori casi”.

Il 15 maggio, all’OMS sono stati notificati altri quattro casi confermati in laboratorio, tutti identificati tra GBMSM che frequentavano i servizi di salute sessuale e presentavano un’eruzione cutanea vescicolare.

In relazione ai casi segnalati di vaiolo delle scimmie, le autorità sanitarie del Regno Unito hanno istituito un team di gestione per coordinare l’ampio tracciamento dei contatti e la vaccinazione viene offerta ai contatti ad alto rischio. Lo comunica l’Organizzazione mondiale della sanità. Il tracciamento dei contatti è attualmente in corso nelle strutture sanitarie e nella comunità per coloro che hanno avuto contatti con i casi confermati. I contatti vengono valutati in base al loro livello di esposizione e seguiti tramite sorveglianza attiva o passiva per 21 giorni dalla data dell’ultima esposizione a un caso.

Nessuna fonte di infezione è stata ancora confermata in Gran Bretagna, rileva l’Oms, né per i casi iniziali individuati all’interno di una stessa famiglia né per i cluster nella comunità GBMSM (Gay, bisessuale, uomini che hanno rapporti sessuali con uomini).

Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, afferma l’Oms, “l’infezione sembra essere stata acquisita localmente nel Regno Unito. L’entità della trasmissione locale non è chiara in questa fase e vi è la possibilità di identificare ulteriori casi”. L’Oms avverte che misure intensive di salute pubblica “dovrebbero continuare nel Regno Unito”.

Oltre al tracciamento dei contatti in corso, afferma, “la ricerca dei casi e la sorveglianza locale delle malattie da eruzione cutanea dovrebbero essere rafforzate nella comunità GBMSM (gay, bisessuali, uomini che hanno rapporti sessuali con uomini) e nella comunità più ampia, nonché nelle strutture sanitarie primarie e secondarie”.

Qualsiasi paziente con sospetto vaiolo delle scimmie, sottolinea ancora l’Oms, “deve essere indagato e isolato con cure di supporto durante i periodi infettivi presunti e noti, cioè rispettivamente durante gli stadi prodromici e rash della malattia“.

Il “tracciamento tempestivo dei contatti, le misure di sorveglianza e la sensibilizzazione degli operatori sanitari, comprese le cliniche di salute sessuale e dermatologia, sono essenziali per prevenire ulteriori casi secondari e una gestione efficace dell’attuale focolaio. Inoltre – conclude l’Organizzazione mondiale della sanità – può essere presa in considerazione l’adozione di contromisure farmaceutiche nell’ambito di protocolli sperimentali”.

L’istituto Superiore di Sanità

“l’ISS ha costituito una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale“. E’ quanto si legge in una nota dell’istituto Superiore di Sanità in merito ai casi di vaiolo delle scimmie.

Si tratta di un’infezione causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. L’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale“. Spiega l’Istituto Superiore di Sanità.

“Nell’uomo – prosegue la nota – si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi”.

“L’infezione – prosegue l’Iss – è relativamente infrequente nell’uomo e comunque fuori dall’Africa, ma sono stati riportati casi sporadici ed anche un’epidemia in USA nel 2003, in seguito all’importazione dall’Africa di animali non adeguatamente controllati sotto il profilo sanitario. La malattia si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario”. “Attualmente, sono stati segnalati alcuni casi in Portogallo, Spagna, UK e Italia, finora maggiormente in giovani MSM (maschi che fanno sesso con maschi). L’ECDC ha attivato un sistema di allerta a livello europeo al quale partecipa l’ISS”. “Le raccomandazioni prevedono di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee. Come prevenzione, è importante evitare il contatto con persone con febbre e valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali (quali vescicole o altre lesioni) sulla cute del partner. Questo comportamento – conclude l’Iss – è utile a prevenire non solo il monkeypox ma anche altre infezioni sessualmente trasmesse”.

 

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