“Il beato Rosario Livatino aggiornava costantemente la sua agenda: ha smesso di farlo nei primi giorni di settembre, perché forse sapeva che i suoi giorni erano contati”.
Lo ha detto oggi a Favara (AG) don Giuseppe Livatino, primo postulatore del processo di beatificazione del magistrato, intervenendo al forum “Credenti e Credibili”, tra gli eventi del primo Meeting Francescano del Mediterraneo. Il magistrato canicattinese, poi diventato Beato, venne ucciso per mano mafiosa il 21 settembre 1990 ad Agrigento. Livatino, continua il postulatore “decide di entrare in magistratura in un contesto che conosce benissimo perché fin da piccolissimo ha saputo cosa era la mafia a Canicattì e ad Agrigento e ha scelto di essere fedele allo Stato e al battesimo. Avrebbe potuto cambiare distretto giudiziario e sezione, come tanti altri, mettendo la testa nella sabbia quando ha capito che rischiava la vita, ma ha deciso di andare avanti fino alla fine. Ad inizio settembre inizia a non scrivere nulla sulla sua agenda dove annotava tutto, anche le cose meno rilevanti perché aveva capito che i suoi giorni erano contati”.