Ricostruiti i 60 milioni di anni di evoluzione dei pinguini, durante i quali queste creature hanno abbandonato il volo per dedicarsi al nuoto.
I risultati, che parlano di una perdita della capacità di volare molto precoce nella loro storia, sollevano anche dubbi sulla loro capacità di adattarsi ai cambiamenti climatici nel prossimo futuro, visto il loro habitat molto ristretto e la velocità alla quale si sta riscaldando l’Oceano Antartico. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, è stato guidato dall’Università danese di Copenhagen e dall’Istituto di Genomica Beijing (Bgi) di Shenzhen, in Cina.
I pinguini hanno avuto origine più di 60 milioni di anni fa e hanno sviluppato un corpo altamente specializzato per il nuoto.
Prima che si formassero le calotte polari avevano già perso le capacità necessarie per il volo, utilizzando invece le loro ali per ‘volare’ attraverso l’acqua. I ricercatori, guidati da Theresa Cole dell’Università di Copenhagen e da Chengran Zhou e Miaoquan Fang del Bgi, hanno combinato i dati genetici di tutte le specie di pinguini viventi e recentemente estinte con quelli provenienti dai fossili, per ricostruirne la storia evolutiva.
I risultati mostrano che la diversificazione dei pinguini è stata guidata dalle oscillazioni climatiche globali tra periodi freddi e caldi, che hanno portato le varie popolazioni a contrarsi e poi espandersi in tutto l’Oceano Antartico. I dati evidenziano anche che i pinguini hanno un tasso evolutivo (la velocità con cui un organismo accumula mutazioni e si evolve) molto basso, tra i più bassi di quelli osservati tra gli uccelli fino ad oggi. Questa caratteristica sembra essere in contraddizione con i profondi cambiamenti che i pinguini hanno sopportato per adattarsi alla loro vita acquatica, ma i risultati mostrano che questi cambiamenti sono avvenuti molto presto nella storia di questi animali, la cui evoluzione è poi drasticamente rallentata.