L’episodio è avvenuto nei giorni scorsi ed è già stato oggetto di denuncia ai carabinieri. Ma ad accendere i riflettori sull’accaduto è il capogruppo di Forza Italia all’Ars Tommaso Calderone con un’interrogazione urgente al presidente Musumeci e all’assessore regionale alla salute Ruggero Razza.
Il deputato messinese riassume quanto gli è stato segnalato. Sabato scorso un cittadino, di ritorno a Messina dall’aeroporto di Catania, preoccupato per il manifestarsi di alcuni sintomi di covid (tosse, mal di gola, raffreddore) decide di recarsi al drive in dell’ex Gazometro per effettuare un tampone.
Prima di raggiungere il sito controlla sul sito dell’Asp gli orari di apertura e verifica che la chiusura è prevista alle 20. L’uomo raggiunge quindi il drive in che effettua tamponi su prenotazione alle 18.45, per verificare se è comunque possibile sottoporsi al test. Superati entrambi i cancelli scopre che non c’è alcun medico né operatore sanitario. Alle 18.45 c’è però una guardia giurata che, conferma come non sia presente alcun medico ma avrebbe comunque potuto dargli lui “3-4 tamponi di quelli utilizzati dal personale medico tramite pagamento di un corrispettivo”.
Sono le 18.50 e il cittadino, sgomento, fa retromarcia e si reca dai carabinieri per presentare denuncia su quanto accaduto. Il tampone lo acquista regolarmente in farmacia e risulta positivo.
Fin qui il resoconto della vicenda. Tommaso Calderone interroga quindi Musumeci e Razza per sapere “se non reputino necessario avviare un’indagine conoscitiva alla luce del grave comportamento del vigilante che si è offerto contra legem di consegnare dei tamponi al cittadino dietro pagamento di un corrispettivo di denaro, per ristabilire ordine e legalità nella struttura pubblica che svolge un servizio così importante e delicato per la comunità messinese”. Calderone chiede inoltre di sapere “quali controlli vengono effettuati sulla corrispondenza dei tamponi acquistati dall’Asp, di quelli somministrati, di quelli in magazzino o di quelli per qualsiasi ragione smaltiti e non più in carico ai fini di un controllo sulla spesa del denaro dell’erario pubblico”