Bocche cucite e indiscrezioni. A 24 ore dall’incontro dei big del centrodestra alla Camera, resta ancora in bilico la ricandidatura di Nello Musumeci alla presidenza della Regione. Dell’incontro tra il Governatore siciliano e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, nessuna notizia.
“Non mi risulta che si siano incontrati”, dicono voci di palazzo. Così l’incontro politico seppur atteso e annunciato da fonti giornalistiche, non ci sarebbe ancora stato e forse, non ci sarà. Inoltre, sembrerebbe che la Meloni abbia rinviato il tavolo delle regionali, per portare avanti le politiche fissate al 25 settembre. La fotografia sul fronte siciliano sarebbe quindi la seguente: si vota a novembre, evitando le elezioni anticipate scongiurando possibili scontri con gli alleati.
Tante incertezze, dunque, tranne una: la questione siciliana non sarebbe stata affrontata durante il vertice della direzione nazionale di FDI. Il tema delle politiche – dicono – è stato così intenso tanto da metterla da parte. Certo, il punto resta tra le priorità in vista delle elezioni regionali d’autunno, ma non sarà la Capitale a decidere. Il presidente della Regione, per la sua ricandidatura a Palazzo d’Orléans, conterebbe solo sull’appoggio di FDI, in contrasto con gli alleati. Infatti, il Musumeci-bis è la proposta meloniana e non di tutto il centrodestra: secondo le indiscrezioni, leghisti e forzisti non sarebbero d’accordo, e il primo a fare ostruzionismo è il commissario regionale azzurro e presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, che più volte ha ribadito fermamente il suo “no”.
In ballo restano ancora le dimissioni del Presidente e l’ipotesi dell’election day. Poi c’è l’altro quesito: Musumeci accetterà la proposta di un seggio al Senato? Lui ha sempre negato il suo interesse. Si vedrà nelle prossime ore, anche perché, secondo alcune voci, i partiti non vorrebbero le sue dimissioni, attendendo la scadenza naturale del mandato.
Intanto scorrono giornate intense a Roma, dopo la crisi di governo aperta dal premier dimissionario Mario Draghi. Giorgia Meloni di sicuro non cede il passo a nessuno spuntandola anche con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini: il candidato premier lo sceglie chi incassa più voti nella coalizione e la sovranista è la favorita nei sondaggi. Dunque l’intesa c’è, stabilendo di correre insieme nei 221 collegi uninominali, selezionando i candidati più competitivi in base al consenso attribuito ai partiti. La data è fissata al 25 settembre.