Avrebbe esploso colpi con una pistola mitragliatrice Skorpion contro la veranda e la finestra a Catania dell’abitazione come rappresaglia per un incendio appiccato dal loro obiettivo. E’ l’accusa contestata dalla Procura di Catania a Davide Agatino Scuderi, di 48 anni, arrestato dalla polizia per detenzione e porto illegale in luogo pubblico di un’arma da fuoco e attentato alla pubblica sicurezza con l’aggravante di agevolare il clan dei “Cursoti Milanesi”.
Nei suoi confronti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare. Il provvedimento restrittivo, spiega la Procura di Catania in una nota, scaturisce da indagini nate dopo attività info-investigativa sull’esplosione di colpi di arma da fuoco nella notte tra il 17 ed il 18 giugno 2020 contro un’abitazione nel quartiere Librino.
Il sopralluogo ha consentito di constatare la presenza di molti fori sui vetri della veranda e della porta finestra dell’immobile e di 14 bossoli sul ciglio della strada antistante l’edificio, mentre analoghi segni dei colpi esplosi sono stati rinvenuti all’interno dell’abitazione, sulle pareti della cucina e della camera da letto. Le successive attività investigative si sono avvalse anche delle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, rese in occasione del duplice omicidio di Vincenzo Scalia, di 19 anni, e Luciano D’Alessandro, di 38, avvenuto a Catania, in viale Grimaldi, l’8 agosto del 2020.
I pentiti hanno ammesso il loro coinvolgimento nella sparatoria contro la casa di Librino, chiamando in causa, per quell’episodio, Davide Agatino Scuderi, ed attestando che l’esplosione dei colpi di arma da fuoco era stata una reazione sproporzionata ed eccessiva rispetto a un banale litigio dovuto all’appiccamento di un incendio ad opera della vittima.