Nei giorni scorsi l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo è assurta purtroppo alla ribalta della cronaca per reiterati atti criminali nei confronti di sanitari ed operatori che vi lavorano. Ultima in ordine di tempo, la rapina a mano armata nei confronti di un medico che ha coraggiosamente denunciato e al quale esprimiamo la nostra piena solidarietà.
Lodevoli interventi del Sindaco, del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi e del Presidente della Scuola di Medicina si sono susseguiti sul tema. D’altronde, lo SNALS Confsal denuncia da anni lo stato di insicurezza grave nel quale versa il Policlinico di Palermo. Insicurezza che ormai riguarda tanti, troppi, aspetti che incidono sulla vita quotidiana della comunità che vive e lavora questa fondamentale istituzione di assistenza, ricerca e formazione.
Non più tardi di qualche settimana indietro lo SNALS Confsal ha inviato un appello per la salvaguardia del Policlinico di Palermo, a causa dell’inesorabile declino verso la decadenza al quale assistiamo tutti. Se è vero che la situazione attuale affonda le proprie radici nel tempo è pure vero che ormai da più di due anni l’attuale gestione commissariale sta contribuendo con pervicace determinazione al suo degrado.
Prova di quanto affermato è facilmente rinvenibile nei tanti documenti che lo SNALS Confsal ha pubblicato negli anni, con la prima nota in merito datata 2 gennaio 2021. Negli anni a venire l’attività di denuncia ha riguardato, obtorto collo, molti reparti e situazioni lavorative, ma anche il tema della incolumità fisica dei pazienti, dei lavoratori e degli studenti che animano e vivono il Policlinico di Palermo.
La gestione degli ingressi e la circolazione di soggetti non autorizzati tra i viali e i reparti dell’A.O.U.P. Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo, è stata ampiamente, diffusamente e costantemente oggetto di segnalazioni, scritte e verbali da parte dello SNALS Confsal all’attuale gestione commissariale dell’ingegnere Caltagirone.
La risposta del Caltagirone a tali sollecitazioni è però ormai nota. Come ama sottolineare a mezzo stampa, riportiamo: “Ci siamo già attivati per potenziare ulteriormente la sicurezza e bloccare alcuni accessi”. Stessa risposta che ripete da anni, scaricando le proprie responsabilità di volta in volta su altri, dai Direttori di Dipartimento, rei di non rispondere alle sue richieste, fino ad affermare: “Condivido pienamente quanto sottolineato anche dal sindaco Roberto Lagalla perché il problema della sicurezza è un tema pressante e urgente che riguarda diverse aree della città nel suo complesso. Di certo il policlinico – dove peraltro all’interno non vi è alcun bancomat – e le aree che lo circondano specie nelle ore serali sono state negli ultimi giorni teatro di episodi di criminalità. (…) Quanto accaduto al medico specializzando, a cui esprimiamo massima solidarietà, sarebbe potuto accadere anche ad un’altra persona considerato che il prelievo è avvenuto in corso Tukory, ben lontano dal presidio ospedaliero. Noi faremo come sempre la nostra parte per quanto possibile – conclude – ma, come già espresso dal sindaco, occorre monitorare con attenzione il fenomeno a livello urbano e metropolitano”.
In sintesi il problema non è del commissario, semmai del Sindaco e/o di chiunque altro. Con oltre due anni di gestione sulle spalle l’ingegnere Caltagirone, novello Nessuno di Omero, non ha alcuna responsabilità.
La medaglia, in questo caso con lineamenti in bronzo, per il migliore scaricabarile ha il suo assoluto vincitore.
Mentre il commissario si occupa di presidiare i mezzi di informazione, nel frattempo l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo continua nel suo inesorabile (?) declino che riguarda, purtroppo, tutti i suoi ambiti di competenza.
Lo SNALS Confsal si batterà con forza ancora maggiore, come da più di 40 anni ad oggi, per la salvaguardia del Policlinico di Palermo che è e rimane patrimonio dell’Università, della Città, di tutti coloro che ne sono parte e di tutti coloro che sono la sua grande Comunità.