Al via oggi i test d’ingresso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Sono 65.378 gli aspiranti dottori attesi oggi, che si contendono 15.876 posti disponibili.
Sarà solo uno su quattro che ce la farà. I candidati dovranno rispondere a 60 quesiti a risposta multipla (5 le opzioni di risposta previste). Il tempo a disposizione è di 100 minuti. Il punteggio massimo previsto per la valutazione delle prove è di 90 punti.
Il 15% del test riguarda un quiz di ragionamento logico, ragionamento numerico e humanities. La restante percentuale del test è attribuita alle materie disciplinari (biologia, chimica, fisica e matematica). Nello specifico sono previsti 4 quesiti di competenze di lettura e conoscenze acquisite negli studi; 5 quesiti di ragionamento logico e problemi; 23 quesiti di biologia, 15 quesiti di chimica e 13 quesiti di fisica e matematica. Non mancano le polemiche.
All’Università di Palermo, questa mattina si è svolta una protesta contro i test di ingresso alla facoltà di Medicina organizzato dal Laboratorio studentesco autonomo.
«La pandemia non ha insegnato nulla. Stop ai test d’ingresso». È questa la scritta su uno degli striscioni appesi di fronte l’edificio 19 di viale delle Scienze.
“Due anni di pandemia – spiega Giovanni Castronovo al megafono – dovrebbero aver dimostrato a tutti quanto il nostro sistema sanitario sia inadeguato: mancano i fondi, la strumentazione e soprattutto il personale sanitario. Eppure, invece di investire per garantire un sistema sanitario che sia davvero pubblico ed efficiente, in grado di aiutare chi sta male e non può permettersi di andare a curarsi nelle cliniche private, ci ritroviamo ancora con il numero chiuso che ogni anno impedisce a più di 50 mila aspiranti medici di esercitare il proprio diritto allo studio per poi garantire a tutti il diritto alla salute. A Palermo quest’anno sono disponibili 475 posti a medicina: una miseria, che costringerà migliaia di ragazzi a iscriversi in altre facoltà, a emigrare o addirittura a non frequentare l’università“.
E anche per chi ce la fa ad entrare e concludere il ciclo di studi con la laurea, ci sarà un nuovo ostacolo: la trappola dei concorsi di specializzazione. “Ogni anno più di 15000 laureati in medicina sono costretti a sottoporsi all’ennesimo test, che impedirà a più di 3000 di loro di specializzarsi“, dice il comitato studentesco.
“Con strutture fatiscenti o che mancano del tutto, malati lasciati in barella nei corridoi per mancanza di spazio, file assurde nei pronto soccorso e liste d’attesa infinite, mentre i medici e il resto del personale sanitario sono stati costretti a fare i tripli turni, o a essere richiamati nonostante la pensione durante la pandemia, come si può pensare di mantenere il numero chiuso? Servono nuovi medici giovani in grado di tenere aperti i reparti e i presidi sanitari quartiere per quartiere, paese per paese”, aggiunge Dario Palazzolo del Laboratorio studentesco autonomo.
La settimana precedente il test è stata accesa dalla discussione sul mantenimento del numero chiuso a Medicina, con la proposta di abolizione lanciata in campagna elettorale dal leader della Lega Matteo Salvini e ripresa, pur con le dovute cautele, tanto dalle istituzioni quanto dalle associazioni universitarie.
Sono 37 le aule messe a disposizione dall’Ateneo palermitano tra viale delle Scienze e via Parlavecchio (nei pressi del Policlinico) con la disposizione ministeriale, valida solo per Medicina, di suddividere i candidati in base non all’ordine alfabetico ma alla data di nascita; obbligatorio inoltre l’utilizzo della mascherina Ffp2 per accedere alle aule.
L’avvio del test è previsto alle 13 e avrà una durata complessiva di un’ora e quaranta minuti.
“Il mio messaggio ai ragazzi è di affrontare il test con il massimo della serenità anche perché, trattandosi di una prova altamente selettiva, so quanta preparazione ci sarà stata dietro – ha sottolineato all’Italpress il rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri -. Le nostre aule sono tutte capienti e comode e i colleghi che hanno dato disponibilità per monitorare il buon andamento del test sono oltre 200″.
Midiri ha poi espresso una riflessione sull’eventuale abolizione del numero chiuso: “La pandemia ha messo in luce come l’aumento del numero dei medici sia diventato un tema imprescindibile: certamente è una questione che andrà rivista, e che già si sta rivedendo in Parlamento, perché abbiamo già constatato come ci siano sanitari che mancano. Il problema è in primo luogo strutturale: bisogna aumentare la capienza delle aule e investire maggiormente sul numero dei docenti“.
Sul tema è stato organizzato un presidio di protesta fuori dall’edificio 19, con tre striscioni sulla scalinata esterna e firmati dal Collettivo universitario autonomo (Cua) e dall’Unione degli universitari (Udu). “Riteniamo che il sistema basato sul numero chiuso sia iniquo e che manchi la volontà di investire nel campo della medicina e in generale nell’istruzione universitaria – ha sottolineato Valerio Quagliano, coordinatore Udu -. Sull’aumento del numero dei medici c’è stata un’apertura, ma nulla di più. Serve una riforma strutturale del test di Medicina: l’ultima messa in campo dal governo non è adatta”.
I prossimi mesi, con un nuovo esecutivo all’opera, daranno un maggiore riscontro su come verrà affrontata la questione.