Sono 43, ad oggi, i mufloni presenti nel parco dell’isola del Giglio (Grosseto) messi in sicurezza grazie alla collaborazione tra l’ente parco nazionale dell’Arcipelago toscano, la Lav e il Wwf Italia.
E’ quanto fanno sapere le due associazioni ambientaliste in una nota. Il cuore dell’accordo tra gli enti, si spiega, sta nella disponibilità dell’ente parco a sospendere gli abbattimenti come metodo di rimozione per dedicarsi alla cattura degli animali e a farsi carico del loro trasferimento in luoghi protetti.
Così 43 mufloni sono stati portati nel centro recupero animali selvatici di Semproniano (Grosseto), nelle aree del reparto dei Carabinieri forestali della Marsiliana (Grosseto) e presso l’Oasi Dynamo di San Marcello Pistoiese (Pistoia).
Il Wwf Italia e la Lav, aggiunge la nota, si stanno inoltre attivando per chiedere l’ampliamento del Parco nazionale al restante territorio dell’isola per evitare il paradosso che mentre nel parco sono stati sospesi gli abbattimenti del muflone al suo margine, invece, può essere abbattuto dai cacciatori.
Alla possibilità di abbattere i mufloni si oppongono anche l’associazione Vita da cani e la Rete dei santuari di animali liberi.
“Per aggirare ogni problema e rallentamento al progetto di eradicazione dei mufloni nell’Isola del Giglio avviato dal parco nazionale dell’Arcipelago Toscano – scrivono – la Regione Toscana ha affidato l’eliminazione dei ultimi 37 animali ai fucili dei cacciatori, che da sabato primo ottobre potranno portare a termine lo sterminio”.
Per la presidente dell’associazione Vita da Cani e coordinatrice della Rete dei santuari, Sara D’Angelo, “tutto questo è miope, drammatico e inaccettabile. Chiediamo serie politiche ambientali che tengano conto della convivenza e della continuità tra specie e non finanziamenti a progetti di genocidio”.