Sono 2.480 i viticoltori siciliani riuniti nella cooperativa Colomba Bianca che lanciano l’allarme per la crisi che sta colpendo il settore a causa dei rincari delle forniture elettriche. Si è passati dagli 83mila euro di luglio 2021 ai 300mila euro di luglio 2022 e dai 180mila euro dei primi otto mesi dell’anno scorso ai 541mila euro di quest’anno. Aumenti che “rischiano davvero di causare una crisi senza precedenti”, si legge in una nota.
“Tutte le aziende vitivinicole sono, per necessità di vendemmia e fermentazione dei mosti, estremamente energivore durante i mesi che vanno da luglio ad ottobre, soprattutto in Sicilia dove la raccolta delle uve dura quasi 100 giorni”, dice il presidente Dino Taschetta.
Le già grandi difficoltà dovute alla siccità si sommano agli aumenti del costo dell’energia: “Rischiamo un vero abbandono e un impoverimento colturale e culturale disastroso ed epocale in Sicilia”, aggiunge, ricordando che i rincari non riguardano solo l’elettricità, ma coinvolgono a catena tutto il comparto: “gasolio, concimi, vetro, etichette, tappi, imballaggi. Tutto ciò non potrà che ricadere sui prezzi al consumo”, ammonisce.
La qualità del vino prodotto si pensa possa essere superiore alle precedenti annate. Tuttavia, si prevede un aumento del 10 per cento per il vino sfuso: “Un aumento con una ricaduta media della quota vino sul prezzo finale della bottiglia del 5 per cento” potrebbe “salvare l’agricoltore e non metterà in difficoltà il consumatore”, dice Taschetta.
Sopravvivere o morire, le due alternative: “Se gli agricoltori smettono di coltivare la terra – sottolinea Taschetta – non si perderà solo il prodotto che ne deriva, ma si perderà un territorio, un paesaggio, unica grande forza e patrimonio dell’Italia”.
Nei giorni scorsi in una riunione dei presidenti siciliani delle maggiori cantine è venuta fuori la proposta di un documento unitario “per sensibilizzare la politica europea e nazionale – spiega Taschetta –. Chiediamo a chi di competenza di intervenire al più presto, non possiamo aspettare che si insedi il nuovo Governo: qualunque provvedimento preso in ritardo rischia di risultare inutile e di vanificare una vita di sacrifici. Se non facciamo al più presto qualcosa per stabilizzare il sistema e salvare le imprese, ci ritroveremo con un cumulo di macerie”.