Il bracconaggio è una delle peggiori piaghe che colpiscono la fauna selvatica in Sicilia. E’ forte il grido d’allarme del Partito Animalista Italiano su un tema molto attuale, soprattutto dopo gli ultimi fatti di cronaca.
A Catania, in particolare, nei giorni scorsi gli agenti del commissariato di Librino, hanno sorpreso due uomini, padre e figlio, di cui uno agli arresti domiciliari, che detenevano illegalmente diverse specie di animali protetti. I due denunciati per bracconaggio nascondevano cardellini e addirittura un falco ancora da svezzare.
Gli animali custoditi, tra l’altro, in condizioni non idonee alla loro natura e in evidente stato di sofferenza, sono stati affidati alle cure del Centro Recupero Fauna Selvatica per essere poi rimessi in libertà. Ai due indagati sono stati contestati diversi reati, tra i quali: furto aggravato, ricettazione e maltrattamento di animali.
“Quello che è successo a Catania è solo la punta di un iceberg – spiega Patrick Battipaglia, Segretario provinciale di Catania del Partito Animalista Italiano –. Un fenomeno grave e, purtroppo, particolarmente diffuso dalle nostre parti. Quella contro il bracconaggio di specie protette è una guerra che andrebbe affrontata con i giusti mezzi e soprattutto con maggiore impegno”.
“Giornalmente – prosegue e conclude – riceviamo segnalazioni in tal senso. Il bracconaggio è una importante fonte di business per la malavita organizzata. Oltre a maggiori controlli sul territorio sarebbe opportuno prevedere sanzioni più severe per chi si macchia di questi reati.”.