Rimane in attesa di una svolta che sembra ancora lontana e rischia, anzi, di arrivare al punto di non ritorno la situazione dell”acquedotto di Taormina. La questione è stata affrontata nei giorni scorsi in Consiglio comunale ed il presidente di Asm, Alfio Auteri, ha lanciato l’allarme: “E’ tutto da rifare e subito, il Comune si faccia carico di dare avvio alla fase di progettazione degli interventi per affrontare quella che rischia una svolta epocale ma in negativo“. I vertici di Asm, azienda che gestisce le manutenzioni della rete idrica e dal 2023 avrà in affidamento anche il servizio di bollettazione, hanno rimarcato il rischio di andare incontro ad una condizione di black-out sempre più frequenti.
“L’ammaloramento della rete idrica a Taormina – evidenzia il presidente di Asm – si fa sempre più evidente. Nel tempo è stato fatto pochissimo per affrontare i problemi di usura dei materiali e degli impianti. Una delle prove la si può avere anche negli studi fatti in occasione della transazione tra Comune e Asm. Si evince in quel caso che tra il 2010 e il 2020 sono stati fatti diversi interventi e sono stati spesi tantissimi soldi per riparazioni e per “tappare i buchi”, non per investire sull’ammodernamento degli impianti. Gli strascichi sono rimasti anche in termini di passivo per i conti di Asm. Chi dirige quel servizio non dorme più neanche la notte, con estrema velocità si procede spesso alla riparazione dei guasti ma la rete è ormai vetusta e i problemi si vanno moltiplicando in maniera esponenziale, c’è una lunga serie di danni con più interventi al giorno e danni da riparare ai ponti, ai quadri elettrici e ai motori, ai quali si rischia di non poter più fare fronte. Non tralascio la condizione dei locali che ospitano questi impianti”.
“Il contratto di servizio che è stato fatto tra il Comune e Asm – continua Auteri – prevede all’articolo 8 che l’Amministrazione si attivi per i finanziamenti necessari ai lavori da effettuare ma, chiaramente, prima di tutto sono necessari i progetti. Inoltre è previsto che nella consegna dei lavori del “pacchetto acquedotto” dal Comune ad Asm, che avverrà dal 1 gennaio 2023, tutti gli impianti vengano consegnati “in perfette condizioni, in maniera efficiente e a norma, adeguati alle normative vigenti, comprese le cabine elettriche di media tensione”. E’ di vitale importanza che il Consiglio comunale rediga in tempi brevissimi un nuovo regolamento per l’acquedotto, adatto ad un servizio efficace per la città, in quanto quello esistente ha superato i 40 anni di attività e non è più conforme neanche alle norme Arera. Il Comune affiderà in termini ufficiali (bollettazione compresa) il servizio idrica dal 1 gennaio 2023 ma va supportato dalla massima collaborazione della casa comunale, altrimenti potrebbe diventare causa di gravissimo rischio per Taormina e in termini di posti di lavoro. Asm sta facendo la sua parte, ma è chiaro che tutto ciò ha un limite, oltre il quale le competenze passano per intero al Comune. Il nostro staff tecnico, anche nei giorni festivi, si sta adoperando per garantire il ripristino del servizio e per riparare i guasti. Ma non siamo ancora attrezzati per i miracoli”.
“Sulla situazione della rete idrica – ha risposto il sindaco Mario Bolognari – le soluzioni possiamo e debbiamo trovarle e anche il presidente di Asm, Alfio Auteri, concorda con noi nell’esigenza di cercare insieme delle formule attuabili nel più breve tempo possibile. E’ importante ricordarci lo stato delle cose e, come si ricorderà, c’era stata la scorsa primavera una serie di guasti continui. Avevo allora segnalato ciò anche alla Polizia di Stato, ritenendo che questi guasti non mi sembravano molto logici e si ripetavano a cadenze continui in alcuni luoghi e con delle modalità che facevano pensare a qualcosa di più dei guasti. Qualche filmato che avevo ricevuto avevano alimentato il mio sospetto. Questa situazione mi ha portato ad individuare una persona di mia fiducia, Biagio Andò, che ho incaricato come esperto per capire lo stato delle cose. Dopo questa nomina che ho fatto il 4 agosto l’acqua non è mancata mai più. Un miracolo? Può darsi. Oppure sapeva come bisognava darsi da fare per evitare che questi continui episodi si potessero ripetere. Non so quale sia stata la spiegazione, ma in ogni caso non c’è stato più un guasto sino al 14 ottobre, quando c’è stato un problema a Trappitello per qualche ora con l’assenza di corrente elettrica e si è reso necessario lo svuotamento dei serbatoi”.
“Il 22 agosto scorso – continua Bolognari – con Andò abbiamo fatto un sopralluogo in tutti i pozzi e i serbatoi dell’acquedotto e ho visto un sistema antico, quasi archeologico, ma che può ancora funzionare. Qualcuno ipotizza uno scenario da “sogno” e dice che dovremmo affrancarci dalle pompe che pescano a 40 metri sotto l’alveo dell’Alcantara perchè la bolletta è troppo cara. Poi, però, ho visto l’ultima bolletta Eas (Siciliacque) ed è di 239 mila euro e non è che comprando l’acqua dall’Eas risolviamo i problemi economici dell’ente. Sul piano tecnico si potrebbe fare un passo in avanti ma dobbiamo stare attenti a non cadere dalla padella alla brace. La verità è che i fondi del PNRR per l’acquedotto non possiamo riceverli perchè i Comuni non sono titolari degli acquedotti e vale ovviamente per Asm che è un gestore interno, in house, per conto del Comune stesso. Bisogna attenersi ai deliberati Arera e tenere conto che c’è l’Ati che conferisce eventualmente ad un privato, a una società pubblica o mista la gestione complessiva degli impianti, quindi solo l’Ati può essere destinataria dei finanziamenti. La scadenza per accedere ai fondi del PNRR l’Ati doveva darla entro il 30 settembre, individuando il gestore unico ma c’è stata una spaccatura e i 108 sindaci hanno dato uno spettacolo indecoroso. Il sindaco di Messina aveva fatto una proposta logica e cioè di modificare la governance dell’Amam, facendo diventare questo ente il gestore unico. Questa soluzione non è passata e adesso c’è già chi si è pentito”.