Sono stati convalidati i 16 fermi disposti dalla Dda di Palermo nei confronti di boss, gregari e “colonnelli” di Cosa Nostra finiti in manette il 20 luglio nell’ambito di una inchiesta sul mandamento mafioso di Ciaculli-Brancaccio.
Gli indagati restano in carcere – tranne Ignazio Ingrassia che è ai domiciliari per motivi di salute – perchè il giudice ha applicato la tutti la custodia cautelare. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti sono finite “famiglie” storiche della città come Corso dei Mille, Roccella, Brancaccio e Ciaculli. Al vertice del mandamento ci sarebbe Giuseppe Greco, nipote di Michele Greco detto “il papa”. Dopo l’arresto del cugino Leandro Greco, interessato a realizzare un cimitero privato vista l’emergenza sepolture a Palermo, il mandamento mafioso è stato retto da Giuseppe che si è occupato di tenere i rapporti con le altre famiglie mafiose. Al suo fianco c’era Ignazio Ingrassia detto “il boiacane”, un anziano mafioso con importanti reazioni con la mafia americana.
Greco e Ingrassia controllavano capillarmente il territorio intervenendo anche nella compravendita di terreni e immobili e gestendo il mercato della droga. L’inchiesta ha svelato 50 estorsioni: nessuna commerciante ha denunciato il racket. Anzi dall’indagine emerge che le vittime pagavano senza ribellarsi limitandosi a chiedere al boss di non scrivere il loro nome nel “libro mastro” per evitare di avere guai giudiziari in caso di sua scoperta.