Oggi, 5 gennaio nasceva Peppino Impastato. Suo fratello Giovanni, lo ricorda sul suo profilo Instagram, invitando a tenere viva la sua memoria. Noi de ilSicilia.it lo abbiamo intervistato.
Peppino oggi avrebbe compiuto 75 anni. Che uomo sarebbe? Come se lo immagina?
“Io me lo immagino impegnato con tutto sé stesso a favore degli immigrati, dei diritti umani, civili, e soprattutto lo vedo impegnato nelle battaglie ecologiche, in difesa del territorio e dell’ambiente. Peppino era un ecologista che ha sempre sfidato la mafia per difendere la bellezza del territorio che amava. Le sue lotte, sia nei temi che nei contenuti sono attuali più che mai. Le battaglie che porta avanti Greta Thumberg sono le stesse che portava Peppino 50 anni fa, anche se in una dimensione completamente diversa. Greta agisce a livello globale mentre Peppino agiva nel suo territorio dominato dalla cultura mafiosa. Parlare di questo non è solo importante ma fondamentale.”
E’ l’anniversario della nascita di Peppino. Chi è che ancora oggi difende la sua memoria?
“Sono in tanti a difendere ancora oggi la sua memoria. Ci sono i suoi compagni che ancora lottano e sono impegnati, ci sono i ragazzi di Casa Memoria e tanti giovani e volontari che sono lì ad accogliere chiunque. C’è Umberto Santino, Anna Puglisi ,il ‘No mafia Memorial’, il ‘Centro Impastato’, tutte attività che ricordano Peppino e portano avanti il suo impegno, con le sue idee e il suo coraggio. Senza parlare di tutti gli incontri che facciamo nelle scuole con gli studenti. Il suo non è solo un messaggio di impegno politico, culturale e sociale ma è soprattutto un messaggio educativo per quello che Peppino ha fatto e per come lo ha portato.”
Che iniziative ci sono in programma da parte di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato?
“Casa Memoria sarà aperta per tutta la giornata di oggi per accogliere chiunque voglia conoscere meglio la figura di Peppino. L’abbiamo pubblicizzata su tutti i social per chi fosse interessato e volesse passare a trovarci.”
Un consiglio ai giovani d’oggi? Peppino voleva cambiare il mondo sin da ragazzino…
“Sono tanti i giovani impegnati nel sociale. I tempi sono senza dubbio cambiati. Oggi bisogna avere un approccio diverso con le nuove generazioni, ed usare un linguaggio completamente diverso. C’è molta indifferenza, poca razionalità. Questi ragazzi mi sembrano orfani di un ideale, ma spetta a noi raccontare queste storie per tenerle vive nelle memorie. La storia non solo di Peppino, ma di tanti altri come Falcone, Borsellino, Chinnici, e tanti altri. Bisogna partire da queste storie, e raccontarle. Leonardo Sciascia diceva “Se una storia non viene raccontata rischia di morire”. Bisogna partire dalla memoria storica.”
Come è cambiata la mafia in questi anni?
“La mafia è cambiata molto in questi anni. Ha fatto dei cambiamenti epocali. Era già cambiata negli anni ’60 quando ha abbandonato le campagne e veniva definita mafia agricola. Dopo è diventata mafia urbana legando i suoi interessi nelle città con gli appalti, fino a diventare mafia finanziaria concorrendo slealmente all’economia. Oggi la mafia è un qualcosa che possiamo definire come dentro lo stato e all’interno delle istituzioni, che cerca di penetrare in tutti i modi all’interno della vita social, economica e politica. La mafia è cambiata tanto e spetta a noi adeguarci e trovare il modo di combatterla.“
Com’è giusto ricordare Peppino? Come un martire? Un eroe? O solo un uomo comune ma veramente libero?
“Credo sia sbagliato ricordarlo come un eroe. Credo che il modo giusto di ricordare Peppino sia come un punto di riferimento, un qualcosa che noi possiamo toccare con mano. “Gli eroi sono sempre giovani e belli” come diceva Guccini nella canzone “La locomotiva”. Ecco, facendo ciò rischiano di apparire ai nostri occhi come irraggiungibili. Questa non può che essere la cosa più sbagliata. Dobbiamo considerare Peppino come un punto di riferimento e il nostro compito e quello di tenere sempre viva la sua memoria.”