Soltanto una donna, Elda Pucci nel 1983, è stata eletta sindaco di Palermo. Perché solo una?
Palermo maschilista oppure le donne non intendono impegnarsi in una sfida così importante?
Sono i partiti e le coalizioni a pensare quasi esclusivamente al maschile?
Potrei continuare con ipotesi e congetture, ma penso che i tempi abbiano abbondantemente superato anche queste dissertazioni.
I fatti sono questi.
Nella primavera del prossimo anno, tra circa nove mesi i palermitani voteranno per il nuovo sindaco.
Leoluca Orlando, infelicemente, ha terminato il suo doppio mandato. Scade e non è ricandidabile a sindaco della Città.
Quindi tocca ai palermitani scegliere.
Altro fatto chiaro è che le donne in grado di candidarsi per amministrare la città ci sono, eccome se ci sono.
Ma la mia domanda è: queste donne ne hanno voglia? Mi spiego. Per farsi candidare a Sindaco bisogna lottare dentro il proprio partito o movimento, poi imporsi
all’interno della coalizione ed infine avere un programma nuovo ed innovativo da proporre agli elettori.
Nelle ultime settimane alcuni partiti hanno mostrato interesse per una candidatura al femminile e tanti nomi circolano.
Carolina Varchi avvocato di Fratelli d’Italia, deputato nazionale molto vicina a Giorgia Meloni ed in piena pole position in città per una candidatura nel centrodestra. Marianna Caronia neo leghista, deputata regionale e battagliera consigliera comunale antiorlandiana. Patrizia Di Dio imprenditrice e presidente di Confcommercio Palermo, da sempre impegnata per le imprese al femminile. Patrizia Monterosso, Direttrice della Fondazione Federico II, vicina al Presidente dell’Assemblea Regionale Gianfranco Miccichè ed artefice del rilancio internazionale della Fondazione.
Caterina Chinnici, magistrato e deputata europea del Pd. Rita Barbera, già candidata a sinistra, per lungo tempo, direttrice del Carcere palermitano Ucciardone. Giulia Argiroffi, architetto ed attuale consigliera comunale, eletta nel movimento Cinquestelle ha successivamente dato vita al gruppo consiliare Oso, stakanovista del consiglio comunale e oppositrice doc del sindaco Orlando. Rosi Pennino, neo dottoressa in legge e presidente di Parlautismo, Responsabile del Dipartimento pari opportunità e disabilità di Forza Italia, da sempre impegnata nel sociale e nelle periferie abbandonate della città. Teresa Piccione già deputata del Pd, vicina al ministro Franceschini, di lunga tradizione Cattolica. Francesca Donato, avvocato e deputata europea della Lega, fondatrice del Progetto Eurexit, nota esperta di economia e finanza pubblica.
E se poi dovesse spuntare il colpo di teatro?
Una candidatura di qualche personaggio nazionale, istituzionale anche se non palermitano?
Un grande ufficiale di collegamento tra la capitale della Sicilia e del Mediterraneo ed i Governi Italiano ed Europeo?
Ce ne sono, lo avevo detto, a destra ed a sinistra… Ne volete ancora?
Ricordiamoci che Palermo è la quinta città d’Italia, che ci saranno da gestire fiumi di denari del Pnrr e tante altre opportunità che nelle mani giuste potrebbero rilanciare la città.
Insomma, una buona madre di famiglia al posto degli ultimi papà che, in verità, per la famiglia palermitana poco e niente hanno fatto.
Sfatata la minchiata che donne non ce ne sono, resta solo la considerazione iniziale.
Queste o altre signore desiderano impegnarsi per la città e lottare per la carica di Sindaco?
Non è facile ma in politica nulla è facile.
Queste donne che ho citato, e non solo loro, non si sono imposte nei loro ruoli grazie alle quote rosa o parità di genere o altre invenzioni fuori moda e senza i risultati sperati. Hanno lavorato sodo e lottato, si sono imposte perché conoscono qualcosa e non qualcuno.
Vorrei però vederle in prima fila, senza i tatticismi dei loro competitors maschili, a pretendere la leadership comunale.
A lottare con programmi veri, fattibili e per la gente.
Io ci credo… e le donne ?