Bobo Craxi rende omaggio al padre Bettino nel 23º anniversario della sua scomparsa, morto il 19 gennaio in Tunisia. Si è recato nel cimitero di Hammamet questa mattina insieme alla figlia Vittoria e la sorella Stefania. Presente anche un gruppo di italiani. Sabato si svolgerà la cerimonia ufficiale della fondazione Craxi.
“Ciò che mi dà conforto è vedere il Paese che rende omaggio a mio padre, in ragione di una consapevolezza, quella per cui è stato protagonista di una fase importante della nostra vita politica, che ha finito i suoi giorni in una condizione drammatica”.
Bettino Craxi, statista italiano, è stato uno degli uomini politici più rilevanti e influenti nella storia della Repubblica Italiana, in particolare negli anni ottanta. Fu inoltre il primo socialista ad aver rivestito l’incarico di presidente del Consiglio dei Ministri. Su di lui “non sono state scritte del tutto pagine di verità che lo riguardano, su cui ancora grava la responsabilità di alcuni settori della politica italiana”. Ma cosa non è stato detto? Bobo Craxi dice: “Ci fu uno uso spregiudicato della giustizia a scopo politico, alla fine del periodo della guerra fredda che tolse di mezzo i suoi protagonisti in forme molto violente. Si saldarono due aree che nella storia furono antisocialiste: la destra conservatrice e reazionaria, la sinistra comunista, che all’unisono colpirono e trovarono spazio e anche fortuna nella politica che succedette a quel periodo storico”.
“Oggi sono cambiati i protagonisti – come è fisiologico che sia- ci sono state diverse autoassoluzioni sul piano storico e questo riguarda sia gli eredi del fascismo che quelli del comunismo. Ci sono state delle incompiutezze, nel senso che non si è imparato dagli errori della prima Repubblica e- se possibile- ne sono stati commessi di peggiori. Sul piano istituzionale viviamo, purtroppo, ancora una fase di transizione”.