Dare stabilità e certezza ai comuni siciliani: è questo uno dei punti cardine della manovra presentata dal governo Schifani, che prevede di stanziare cospicue assegnazioni finanziarie. Un fondo per le Autonomie locali che consentirà ai sindaci di poter gestire il proprio bilancio, contando su un’erogazione tempestiva di risorse e con le prime tre trimestralità versate- per la prima volta- entro il 31 maggio di ogni anno. Una questione affrontata con Paolo Amenta, il nuovo presidente dell’ANCI Sicilia. L’Assemblea regionale siciliana, negli ultimi 10 anni, ha tagliato circa i 2/3 delle risorse, passando da un miliardo a circa 300 milioni per gli enti locali.
“Questa mattina, ho incontrato il presidente Schifani, disponibile ad una collaborazione fattiva per sostenere i comuni. Per quanto riguarda il fondo delle autonomie, che riguarda tutti i servizi da destinare ai cittadini, c’è stato nuovamente un ritocco verso il basso. Avevamo fatto una proposta, quella di non intaccare con le riserve il fondo, abbiamo preso atto che c’è stato un aumento dell’entità delle stesse riserve: da 40 milioni a 60 milioni. Dal confronto con il governatore è venuto fuori che da qui in avanti si lavori affinché ci siano più risorse per ricostruire il fondo da destinare agli enti locali. Voglio ricordare a chi lo avesse dimenticato che da 900 milioni siamo passati a 320 milioni. L’idea condivisa è trasformare il fondo in fondo perequativo per soddisfare i fabbisogni standard dei comuni siciliani. Si parla di autonomia differenziata e di federalismo fiscale, ma occorrono le somme per garantire i servizi pubblici essenziali. Vogliamo cominciare una nuova stagione”.
Poi, c’è la questione delle indennità per gli amministratori locali, il cui valore in Sicilia non è ancora stato adeguato a quelle percepite nel resto dei Comuni d’Italia. “E’ una cosa ovvia applicare la norma su tutto il territorio nazionale che la Regione ha recepito, mancano le coperture finanziarie. In Sicilia c’è sempre un problema di trattative. Il presidente Schifani ci ha tranquillizzati, parlando di una copertura delle risorse al 50%”.
Il Pnrr rappresenta un tema mastodontico per via del personale che manca, fondamentale per fare progettazione. “La norma nazionale vieta di fare assunzioni”, e non solo c’è anche la questione delle crisi finanziarie che attanagliano gli enti locali. “Più di 300 comuni non hanno approvato i bilanci, comportando la difficoltà di espletare i servizi: la gestione dei rifiuti- i cui costi di contenimento sono impazziti- poi c’è l’aumento incontrollato dell’energia che fa aumentare le tariffe idriche. Il comparto del welfare non va dimenticato, parliamo di temi sociali importanti. Ad esempio, abbiamo fatto emergere il problema del ricovero dei disabili psichici, al quale dovrebbe compartecipare almeno per la metà la Regione, contributo che ancora- e ne prendiamo atto- non c’è. Tutto rimane a carico dei comuni: spendiamo circa 70 milioni di euro e riceviamo solo 4 milioni. Ecco perché poi non si chiudono i bilanci, i motivi esistono e sono seri. Ci sono delle competenze che, come in questo caso, spettano al dipartimento sanitario”.
Il costo dell’energia per i servizi essenziali che garantiscono sicurezza per i cittadini- quale captazione di acqua , distribuzione, illuminazione pubblica, per fare qualche esempio- sta aggravando i comuni dell’Isola. “Non è consentito che la Sicilia paghi per 20 volte il costo dell’energia, rispetto al resto d’Italia. Mettendo insieme tutti i costi, soprattutto quelli in campo socio-sanitario e il sovrappeso dei rifiuti perché mancano gli impianti, è evidente che i bilanci non si possono chiudere arrivando al dissesto finanziario”.
Anci Sicilia dialoga con tutti i partiti di Sala d’Ercole. “Per la prima volta- spiega Amenta- c’è un patto nuovo. Il presidente viene votato all’unanimità da tutti i componenti, per cui ho la piena rappresentanza di tutti i comuni siciliani, da quelli più piccoli alle città metropolitane. In maniera unita, dobbiamo rivendicare le tematiche proprie dei comuni e portarle all’attenzione della politica.