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Elezioni regionali, Palazzolo (Azione) replica a Barbagallo: “Pd faccia atto di coraggio staccandosi da M5s”

lunedì 16 Agosto 2021
Giangiacomo Palazzolo
Giangiacomo Palazzolo

La sfida elettorale sul piano delle elezioni regionali ed amministrative è una partita già aperta in Sicilia: le forze politiche di destra e di sinistra sono a lavoro e cominciano a tessere la tela delle alleanze. Ma raggiungere l’accordo può essere difficile.

IlSicilia.it ha intervistato uno dei coordinatori regionali del partito di Azione, Giangiacomo Palazzolo, sindaco del comune di Cinisi, che ha voluto replicare alle dichiarazioni del segretario regionale di PD Sicilia, Anthony Barbagallo, rispetto all’assetto delle coalizioni allargate di centro sinistra in vista delle elezioni del 2022, laddove il deputato dem di Sala d’Ercole ha espresso di “confidare nel senso di maturità e di responsabilità dei partiti di centrosinistra” e ritenendo  “il nostro rapporto con il movimento 5 stelle fondante ” per concorrere insieme all’appuntamento politico.

Il tema si pone sul fronte del sodalizio tra Pd e M5s: l’asse politico giallo-rosso già consolidato all’interno del governo Draghi, e che il Pd siciliano vuole ripetere a livello locale e dunque  nel contesto delle dinamiche politiche dell’Isola per vincere alla prossima competizione elettorale. Il presupposto per un’alleanza di Azione con i democratici  è chiaro e lo spiega il coordinatore siciliano Palazzolo.

“Azione sta collaborando con Più Europa e IV su Palermo, questo è il nostro perimetro. Leggevo le dichiarazioni di Barbagallo che chiede assunzioni di responsabilità da parte delle forze riformiste, moderate. Per noi, il senso di responsabilità è mantenere fede al motivo per il quale abbiamo creato un partito, quindi fare un tipo di politica che sia diametralmente opposta a quella dei cinque stelle. Non ci può essere alcun rapporto politico con il Pd, lì dove il Pd decide di fare un’asse consolidato con i cinque stelle. Io chiedo a Barbagallo – afferma Giangiacomo Palazzolo –  un’assunzione di responsabilità, sua, di avere il coraggio di non ripetere in Sicilia quello che è un modello che purtroppo si potrebbe verificare in tanti ambiti nazionali, chiedo a Barbagallo di prendere le distanze dai cinque stelle e collaborare con noi”.

“La storia del nostro partito nasce dal fatto che il Pd ha deciso di allearsi con il M5s per mille motivi che sappiamo, ma noi non condividiamo il modo di fare politico dei cinque stelle, con valori completamente diversi. Noi di Azione abbiamo sempre optato per il modello della competenza e della professionalità, a fronte di un principio che l’uno vale uno, che può avere un suo valore sicuramente in altri ambiti, ma non nello svolgimento di un’attività amministrativa o politica che sia. Per noi la competenza è un elemento di fondo, un valore nel quale credere e in cui sostanzialmente i cinque stelle non credono nel momento in cui avanzano un principio dell’uno vale uno”.

Forse un’alleanza strategica, considerato l’ampio consenso popolare dei pentastellati. Ma il sindaco di Cinisi ribatte “Noi non possiamo inseguire alleanze per raggiungere un risultato elettorale in termini di percentuale, è fondamentale non solo vincere una competizione elettorale, ma poi essere nelle condizioni di sapere gestire l’incarico che eventualmente l’elettorato ci ha assegnato. Non è la campagna elettorale finalizzata solo nel giorno delle elezioni, bisogna guardare anche il dopo e bisogna riconoscere che non c’è nessuna identità di veduta, nessun collegamento tra noi e i cinque stelle. Il Pd è una forza che, a nostro avviso, potrebbe tranquillamente dialogare con noi, ma nei limiti in cui non decide di assumere i valori  e la storia del M5s. Noi siamo nati – ribadisce Palazzolo- perché il Pd ha avuto la deriva populista e ha cominciato a fare il governo con i cinque stelle. Noi non abbiamo paura dei risultati elettorali, che siano quelli che siano, non ha importanza. Importante è per noi, nell’eventualità in cui abbiamo la possibilità di partecipare ad una gestione amministrativa e politica, di dimostrare le nostre competenze, attuare i nostri programmi e mantenere fede ai nostri valori”.

“Io chiedo al segretario del Pd una atto di coraggio. La Sicilia non ha mai seguito i modelli dettati dalla politica nazionale, si è sempre contraddistinta per una capacità innovativa nelle forme aggregative di politica. Sono io a chiedere l’assunzione di responsabilità a Barbagallo di staccare i rapporti con il M5S e di avanzare un progetto che sia un laboratorio a livello nazionale dove le forze riformiste dialogano con il Pd”.

Rispetto al percorso politico di Azione “Sono felice di come sta andando Azione. I sondaggi ci hanno cominciato a rilevare con un dato oltre il 3%, e questo mi rende entusiasta perché è un consenso allo stato puro. Se già un mese fa il 3% dei siciliani diceva che avrebbe votato per Azione è una grande soddisfazione, perché è un partito basato sul consenso, non sui consensi. Quindi il partito va benissimo e sappiamo che può andare meglio, Azione potrebbe diventare tranquillamente una forza concreta e stabile e a due cifre anche in Sicilia, così come lo diventerà in Italia”.

Per le amministrative “Stiamo lavorando a Palermo, abbiamo aperto questo dialogo con quelle stesse forze politiche che poi a Roma sostengono il nostro stesso leader. Quello che potremmo fare è, più che il modello romano, quello milanese, dove lì il Pd ha preso le distanze dal movimento cinque stelle, e si sostiene Sala con una lista civica. Questo è prendere coraggio di una decisione. Troppo facile fare quello che ci dicono da Roma. perciò chiedo a Barbagallo di provarci, di portare un progetto innovativo e riprodotto a livello nazionale, assuma la sua responsabilità di coordinatore regionale e porta sulla giusta linea il Pd che non è certamente la linea del populismo, quello è semplicemente un accordo elettorale per raggiungere determinate percentuali. Deve essere lui a unirsi con noi, non il contrario”.

Poi c’è Caltagirone, dove il centro sinistra si presenta unito e compatto, sul nome di Fabio Roccuzzo come candidato sindaco, supportato anche da Azione, per il prossimo 10 ottobre.

“Qui faccia attenzione Barbagallo, quello non è un modello, come quello che ci può essere stato a Termini Imerese perché, lì Azione ha degli importanti esponenti del territorio che hanno deciso di appoggiare una candidatura in un contesto che nasceva civico, ma lì non c’è nessuna alleanza strutturale, il partito Azione non esiste, esistono gli azionisti di Caltagirone anche stiamti e importanti del Catanese che hanno deciso di sostenere Roccuzzo in un contesto civico nel quale poi successivamente si sono aggiunti i cinque stelle. Nel manifesto, infatti, – chiarisce Palazzolo – il simbolo di Azione non c’è”.

“Noi non abbiamo comuni con più di 100 mila abitanti, abbiamo piccolissimi comuni e pochi comuni medio-grandi, come Caltagirone, Ramacca, Vittoria, dove si arriva sui 50 mila abitanti ma comunque le dinamiche sono quelle di una competizione locale, dove succede tutto il contrario di tutto. Ma utilizzare quello che succede in una piccola competizione locale per dire che è un modello, è falso. Non c’è nessun modello in atto. Se è per questo ci sono degli Azionisti in comuni che sostengono sempre in un contesto civico altri candidati che sono sostenuti a titolo personale da  persone di Fratelli d’Italia”.  Insomma, per dire, rispetto alla vicenda di Caltagirone,  che non c’entra la politica e che non c’è un modello da lanciare.

La contrapposizione tra Azione e M5S rimane netta, per valori e modus operandi in politica.

“I cinque stelle rimangono con una matrice antipolitica, nel momento in cui ci muoviamo in contesto regionale in una Regione a statuto speciale, 5 milioni di abitanti, il dato politico è essenziale, se io penso alla storia politica e ai successi che hanno avuto i cinque stelle, sono tutte vicende che non ci appartengono e che hanno abbiamo contrastato, non dimentichiamo la riduzione dei parlamentari, la visione sul reddito di cittadinanza che a nostro avviso può essere utile a livello assistenziale, ma va completamente rimodulato sotto il profilo della politica del lavoro. Sono convinto che Azione sfonderà, ho fondato il partito due anni fa, e avevamo in programma di arrivare a livello nazionale al 5 % in cinque anni, ci siamo arrivati dopo due anni”.

 

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