Il lavoro condotto dagli specialisti del Ros dei Carabinieri ha permesso di svelare un ingegnoso meccanismo ideato dal boss Matteo Messina Denaro per impedire che i “pizzini” in transito, se intercettati, potessero pregiudicare la sorella maggiore facendola individuare “come colei che gestiva le dinamiche interne del sodalizio mafioso per come lo stesso latitante richiedeva”, si legge nell’ordinanza.
Dall’analisi dei pizzini rinvenuti nell’ultimo covo di Campobello di Mazara emerge che, oltre ai familiari stretti, principali destinatari, il boss latitante aveva inviato una serie di ordini in codice a terza persona indicata come “Fragolone”. Le risultanze investigative hanno subito identificato in “Fragolone” proprio la sorella maggiore. Il “pizzino” incontrovertibile che identifica Rosalia in “Fragolone”, redatto da Matteo Messina Denaro, è datato 9 novembre 2021 ed è stato rinvenuto all’interno del covo di Campobello di Mazara e invita la sorella ad essere prudente: “Prima ti devi accertare se sono telecamere o cassette di rilascio e questo lo puoi capire se c’è il buco o meno. Se non ti convince chiami un elettricista e gli dici chiaramente che ti hanno montato queste cose e che da quando le hanno montate a casa tua hai problemi di luce, cioè che tutto funziona ad intermittenza. Quindi gli dici che vuoi sapere cosa sono e che le vuoi tolte. Se ha problemi fa che usi carta intestata dove attesti che sei tu che le hai volute tolte perché hai problemi di luce a casa e che firmi il foglio, così non avrà problemi”.
Nelle ore successive all’arresto del boss Matteo Messina Denaro, la polizia giudiziaria eseguiva una serie di perquisizioni, a cominciare dalle abitazioni in uso ad Andrea Bonafede, colui che aveva ceduto la propria identità al latitante. Le altre perquisizioni venivano effettuate nelle abitazioni delle sorelle e dell’anziana madre del boss. La prima di queste, che viveva a Castelvetrano, nella casa di famiglia dell’ex latitante dove è nato e vissuto. Un altro luogo la cui perquisizione ha consentito importanti acquisizioni dal punto di vista investigativo è stata la casa di campagna in Contrada Strasatti di Campobello di Mazara, di proprietà e in uso a Rosalia, dove la polizia giudiziaria ha rinvenuto documentazione occultata in una botola nel sottotetto della casa.
“La polizia giudiziaria individua nell’appartamento di vicolo San Vito di Campobello di Mazara la casa dalla quale il latitante quella mattina era partito per recarsi alla clinica “La Maddalena” di Palermo” –si legge nell’ordinanza– “dunque il “covo” ove egli si era rifugiato sino a quel momento nel piccolo paese. Gli esiti della perquisizione, i cui sviluppi investigativi sono ancora pienamente in corso, possono da subito ritenersi eccezionali, proprio a cominciare dall’esame dei numerosissimi pizzini rinvenuti, sia nell’abitazione dei familiari di Messina Denaro che nel covo di Campobello”.
“Già la sola lettura degli scritti consentono in più passaggi di ricostruire, nei tratti essenziali, la molteplicità dei compiti dei quali Rosetta – è quanto si legge nell’ordinanza in merito al ruolo della sorella del boss Matteo Messina Denaro, finita in manette per associazione mafiosa -, nel corso degli ultimi decenni è stata incaricata dal capo mafia: paziente tessitrice dei conflitti tra i parenti, di riservata veicolatrice delle decisioni del latitante su questioni di carattere familiare, nonché di vera e propria cassiera, incaricata dal fratello di ricevere ingenti somme di denaro, di custodirle, rendicontarle e all’occorrenza distribuirle. E, infine, ma non per ultimo, di canale di smistamento dei ‘pizzini’, tra il latitante e altri associati mafiosi”.
La sorella del boss Matteo Messina Denaro, arrestata oggi per associazione mafiosa, a differenza del fratello non ha nominato come suo legale la figlia Lorenza Guttadauro, avvocato penalista che assiste tutta la famiglia, ma l’avvocato trapanese Daniele Bernardone Rosalia, dopo l’arresto, è stata portata nel carcere Pagliarelli.