
“Serve innanzitutto un approfondimento sui rischi per la salute – aggiunge Sammartino – ma anche una più corretta informazione verso i consumatori per renderli consapevoli di ciò che stanno acquistando e mangiando: un’etichetta così piccola non va sicuramente in questa direzione”.
“Purtroppo – conclude l’assessore – c’è una notevole e ingiustificata esigenza di affrettare la loro commercializzazione a prescindere dall’esposizione a rischi per la salute, almeno per determinate categorie di consumatori. Invece, vanno rispettati il principio di informazione e soprattutto quello di precauzione. Il consumatore ha il diritto di scegliere se correre il rischio e, al contempo, occorre acquisire conoscenze sull’accettabilità sociale di questi nuovi tipi di alimenti. Infine, bisogna valutare l’impatto ambientale e come tutelare il Made in Italy”.