Di secoli, e di acqua sotto i ponti, ne sono passati prima che a Messina si decidesse di intitolare una via a Michelangelo Merisi da Caravaggio, che in riva allo Stretto operò e visse un periodo della sua vita. Nei giorni scorsi il consiglio comunale, su proposta di Giovanni Villari e Cosimo Oteri che hanno accolto un’iniziativa nata nel territorio e nei social, ha approvato all’unanimità l’intitolazione della via Macello Vecchio al pittore (che operò tra la fine del ‘500 ed i primi del ‘600).
La scelta della strada è simbolica, perché è in una baraccopoli recentemente demolita in seguito alla legge sul risanamento. Insomma un modo per intitolare alla “bellezza” un luogo che è stato devastato per mezzo secolo. Il cambio di denominazione quindi è legato proprio alla capacità di “illuminare” un luogo che rinasce attraverso l’intitolazione all’autore di opere come la “Resurrezione di Lazzaro” e “L’adorazione dei pastori”.
Non la pensa così lo storico Nino Principato che su facebook ha tuonato contro la scelta della via definendola “un vicolo deserto intitolato ad un gigante della pittura è un gravissimo insulto”.
Principato ricorda come Caravaggio, a Messina, “dipinse nel 1609 la “Resurrezione di Lazzaro”, una grande tela per conto della chiesa di S. Pietro e Paolo dei Pisani o dei Crociferi su commissione di Giovan Battista de’ Lazzari. Un autentico capolavoro, forse uno dei più grandi e commoventi fra tutti quelli dipinti dall’artista, così come l’”Adorazione dei Pastori”nella chiesa dei Cappuccini, il Senato gli aveva corrisposto la straordinaria cifra di mille scudi e la Madonna col Bambino. Il mio augurio, ora, è quello che la Commissione Toponomastica, la Prefettura e la Soprintendenza boccino questa oscena intestazione, Caravaggio, a Messina, non merita questa gravissima offesa”
A replicare a Principato, su Facebook è l’artista Antonio Previti che motiva anche la scelta della strada: “Vorrei rendervi partecipi di un fattore abbastanza rilevante che “credo” sia stato ispiratore per la scelta di questa intitolazione. In quella via, ormai da anni, innumerevoli artisti, di teatro, musica, arte, danza, svolgono la loro attività, popolando quella strada “deserta”di giovani e meno giovani, volenterosi che si approcciano e studiano arte, a 360 gradi. Invito i soliti leoni da tastiera, a farsi una passeggiata in quella via e forse non vi sembrerà tanto assurdo, far nascere una strada dedicata al più grande nome che questa città abbia mai conosciuto, proprio in un luogo, dove il suddetto avrebbe sicuramente avuto il piacere di passeggiare, poiché fino a qualche mese prima sorgevano baracche e amianto. Michelangelo Merisi dipingeva gli ultimi, le prostitute, la brutta gente, non vestiamolo di questa falsa borghesia che appartiene a questa città e se proprio volete rendere omaggio al Caravaggio, passeggiate nelle vie dimenticate e respirate la vita che lui dipingeva”.