“I ‘musumeciani’ sono stati già profumatamente pagati a Roma e alla Regione”. È questo – secondo il retroscena pubblicato oggi dal quotidiano La Sicilia a firma di Mario Barresi, il principale motivo della esclusione di Ruggero Razza, ex assessore alla Salute, dalla corsa a sindaco di Catania, nonostante un “curriculum più robusto”.
Insomma, “la candidatura di Razza non può passare dentro FdI perché, con Musumeci ministro e sua moglie assessore, non si può riconoscere un altro spazio a quell’ area”. A denti stretti sussurra un esponente autorevole dei patrioti che dal partito siciliano sia arrivato un altolà al presidente del Senato Ignazio La Russa e al ministro per l’Agricoltura Francesco Lollobrigida sul nome dell’ex assessore e, quindi, su esplicita richiesta del coordinatore regionale Salvo Pogliese, si sarebbe deciso di fare prevalere al tavolo del centrodestra il nome di Sergio Parisi, ex assessore comunale.
Nelle ultime quarantott’ore gli incontri al vertice dentro il partito del presidente del Consiglio si sono fatti più intensi, come il pressing sulla candidatura del vice capogruppo alla camera, Manlio Messina, giudicato il più autorevole dei possibili contendenti, non ancora sopito.
A Catania è forte il peso delle liste riconducibili a Raffaele Lombardo, che non aveva fatto mistero di preferire la candidatura dell’ex assessore regionale alla Salute, giudicata più adeguata rispetto alle altre proposte per il fatturato politico prodotto. Tuttavia, la posizione del leader autonomista non avrebbe fatto del tutto breccia dentro Fratelli d’Italia che, nei suoi vertici massimi, sarebbe orientata a sposare invece la richiesta del senatore ed ex sindaco Pogliese che ha da tempo ricordato al suo partito di non aver consentito le sue dimissioni, dopo l’ultima sospensione dalla carica per effetto della legge Severino, in modo da portare al voto il Comune già lo scorso anno, aggravando quello che lui considera come un danno alla propria immagine.
A meno di sorprese, pertanto, se Messina dovesse resistere al pressing, i patrioti schiereranno il nome di Sergio Parisi, sul quale tuttavia non c’è la convergenza della Lega e permangono forti perplessità da parte degli autonomisti.
Resta al momento in campo la candidatura della deputata Valeria Sudano, rilanciata dalle colonne di Repubblica dal coordinatore del partito Annalisa Tardino.
Oggi probabilmente, se si terrà, il vertice del centrodestra non produrrà alcun risultato, in attesa che da Roma voli a Catania lunedì il responsabile nazionale del partito, Giovanni Donzelli.
Sul fronte di Forza Italia si registra, invece, l’apertura di Schifani a Renzi, con l’auspicio di un allargamento della coalizione verso l’ex presidente del Consiglio. Quell’allargamento verso il centro che resta il sogno più volte manifestato dall’ex governatore Cuffaro.