Tappa a Messina per la Commissione regionale antimafia per un’intera giornata di audizioni al Palazzo del governo. Dapprima i vertici ed i rappresentanti delle forze dell’ordine, i magistrati, poi i sindaci dei 108 comuni della provincia. In merito a quest’ultimo punto ci sono tre comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, l’ultimo dei quali nella zona jonica ed è uno degli argomenti maggiormente attenzionati dalla Commissione come spiegato dal presidente Antonello Cracolici.
“I Comuni sono un luogo importante per la mafia per esercitare il controllo, se poi gli amministratori sono addirittura parenti stretti dei boss delle famiglie mafiose non c’è bisogno di fare grandi analisi- ha dichiarato Cracolici-. E’ chiaro che c’è un tentativo di alcune famiglie mafiose di sostituirsi agli amministratori pubblici nel gestire la comunità, questo lo dobbiamo impedire ed è giusto perseguire ogni forma di condizionamento e di infiltrazione”.
Cracolici ha evidenziato la necessità di affrontare la questione della legge di scioglimento dei comuni ma al momento si attende che venga costituita la Commissione nazionale antimafia per avviare interlocuzioni e quindi arrivare ad una legge che sia il più possibile condivisa.
“Credo che in questo territorio, come nel resto della Sicilia, emerga un sistema criminale forte, è presente soprattuttoil traffico di stupefacenti che costituisce una minaccia seria anche per i ragazzini con rischi notevoli per la sicurezza pubblico. Allo stesso tempo – ha continuato il presidente Cracolici – notiamo una scarsa capacità del sistema territoriale di dotarsi di strumenti di tecnologia avanzata in grado di vigilare sulla sicurezza dei cittadini, mi riferisco agli impianti di video sorveglianza, nonchè alle difficoltà e di gestire l’enorme patrimonio di beni confiscati e assegnati ai comuni, che in questa provincia sono oltre 700. C’è tanto lavoro da fare. Questa è la provincia dove maggiormente si è verificato il caso dei contributi Agea, c’è un’attività di monitoraggio ma allo stesso tempo c’è la consapevolezza che bisogna fare un salto di qualità ed è questo il senso per cui noi siamo qui. Non siamo solo per ascoltare e sapere ma vogliamo provare a mettere insieme le diverse energie”.
Cracolici è poi intervenuto sul codice sugli appalti appena varato tra le polemiche ed ha evidenziato i rischi soprattutto per gli organi di prossimità, come i sindaci.
“Almeno prima un sindaco – ha proseguito – poteva dire c’è la gara. Con la nuova legge rischia di non poter più dire ci sarà la gara, perché fino a 140mila euro può affidarla a chi vuole. Questo non si chiama snellimento ma rischio di condizionamento perché con questa legge sugli appalti ci potrà essere il rischio che gli amministratori entrano ed escano dai palazzi di giustizia o possono ricevere buste con proiettili per non essersi piegati ai voleri di chi li vuole intimidire. Su questo aspetto dobbiamo agire anche attraverso protocolli di legalità specifici”
Cracolici ha parlato anche dell’importanza di stare accanto alle scuole, alle associazioni, alla società civile perché “La vera battaglia è arrivare agli indifferenti, a quelli che voltano il viso dall’altra parte, è questa la sfida fondamentale nel combattere la mafia”.