Si terrà sabato 29 aprile, ore 18,30, la Cerimonia di consegna del Plesso Museale dell’Area archeologica di Partanna alla Fondazione Sebastiano Tusa.
L’area archeologica, in contrada Stretto, è stata scoperta proprio da Sebastiano Tusa che lì ha svolto diverse ricerche, portando alla luce innumerevoli tesori.
“E’ un luogo che fa rivivere Sebastiano e la sua attività”, dice Valeria Patrizia Li Vigni presidente della fondazione e moglie dell’archeologo scomparso a 67 anni nell’incidente aereo in Etiopia.
L’area archeologica
“E’ un luogo usato per convogliare le acque, uno dei primi sistemi della storia, ma anche un’importante aria sacrale – spiega -. Tanti i reperti d’epoca Neolitica e del Rame: tra tombe, sia singole che collettive, depositi ceramici, tracce di focolari e persino due lance associate ad ossa di animali. Ma uno dei reperti più importanti è un cranio trapanato del periodo del Bronzo. Una prima forma di intervento chirurgico per risolvere le emorragie cerebrali. Dalle analisi fatte si evince che quest’uomo continuò a vivere per un lungo periodo dopo l’intervento“.
Le attività
“La Fondazione intende riprendere e riordinare tutti gli schiavi, coinvolgendo le Università, tra cui Cordoba e Palermo, e le associazioni che avevano collaborato negli scavi, naturalmente con la soprintendenza di Trapani – prosegue -. Ci saranno anche laboratori didattici, poiché la sua funzione principale era proprio quella di fare archeologia didattica. Quindi ricostruzioni di reperti che possono essere studiati, analizzati e disegnati, creando dei veri campi scuola. Difatti, abbiamo pure già avviato accordi con l’Università di Palermo e con il centro di restauro. José C. Martín de la Cruz, dell’Università di Cordoba, ad esempio, è felice di tornare in Sicilia, portare ordine ai materiali meravigliosi che sono stati recuperati, come tanti altri con grande affetto – conclude -. Sebastiano, difatti, era l’uomo del fare, e fare coinvolgendo tante discipline che convergono nella conoscenza e nello sviluppo del nostro patrimonio”.