Oltre 1.500 visoni sono stati abbattuti a causa di un focolaio di Covid in un allevamento di Calvagese della Riviera, vicino a Brescia. A disporre l’uccisione degli animali è stato il Dipartimento Veterinario dell’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) secondo l’ordinanza del Ministero della Salute Schillaci.
Secondo l’ordinanza, l’eliminazione degli animali è stata necessaria per evitare una possibile trasmissione del virus all’uomo. Per gli allevatori previsto un risarcimento.
Si scatenano egualmente le associazioni animaliste
Tra queste la Lav, la quale sostiene che: “Ogni giorno in più in gabbia riduce le possibilità di salvezza per gli ultimi visoni sopravvissuti alla crudeltà dell’industria della pelliccia e la loro reclusione è una minaccia per la loro vita e per la salute pubblica“.
“I visoni, finalmente liberi dall’uccisione per farne delle pellicce grazie ad una battaglia lunga anni da parte di noi di LAV, dal gennaio 2022 e l’entrata in vigore del divieto nazionale agli allevamenti di pellicce, aspettano di essere trasferiti in strutture di ricovero, che possano garantire loro una vita più dignitosa fino alla fine naturale dei loro giorni – prosegue -. Solo pochi giorni fa avevamo lanciato un nuovo appello al Ministro Lollobrigida denunciando l’enorme, insostenibile, ritardo nella definizione delle procedure per il trasferimento dei visoni dagli allevamenti di pellicce alle strutture di ricovero. È evidente come continuare a tenere migliaia di visoni stabulati in sistemi intensivi costituisca un grave rischio per la salute non solo dei visoni stessi, ma anche per l’uomo, dato che questi allevamenti sono possibili serbatoi del coronavirus. E il silenzio e l’inattività di chi dovrebbe tutelare la salute pubblica –umana e animale, come abbiamo visto, intrinsecamente correlate -hanno fatto il resto”.