A sala stampa di Palazzo dei Normanni, il deputato regionale Danilo Lo Giudice e il sindaco di Messina, Cateno De Luca, hanno presentato l’Assemblea degli amministratori locali di Sicilia Vera, il movimento politico fondato dal primo cittadino messinese.
Nel corso dell’incontro, all’insegna del detto “Megghiu suli ca mali accumpagnati?”, sono stati affrontati diversi temi legati alla politica regionale e ai suoi sviluppi in vista dell’ultimo anno della legislatura. E a proposito di elezioni regionali, il sindaco messinese ha palesemente (ri)manifestato la sua volontà di candidarsi alla presidenza della Regione Siciliana, nell’autunno del 2022, lanciando quella che sarà la fase di organizzazione ed il percorso da intraprendere insieme a Danilo Lo Giudice, membro dello stesso movimento e sindaco a sua volta di Santa Teresa Riva.
“Ribadisco per l’ennesima volta che sono candidato a governatore in Sicilia, non faccio il gambero. Dall’Assemblea di Sicilia Vera, dell’1 e 2 ottobre a Taormina, capiremo se saremo soli facendo un favore al centrosinistra o magari con noi ci sarà qualcuno dell’opposizione”. Così ha dichiarato il leader di Sicilia Vera, Cateno De Luca, in conferenza stampa all’Ars, aggiungendo “Non sono abituato ad aspettare il battesimo di qualcuno, pretendere ora attenzioni particolari è prematuro. Con Salvini c’è stima reciproca, coltiviamo il rapporto ma per me non è precondizione per le mie scelte”.
Insomma, De Luca è già in campo, e non si pone il problema di chi lo sostiene o lo osteggia e il suo must è quello della “Sicilia sopra i partiti”. “Io mi candidai a sindaco il primo aprile del 2017 e si votava a giugno: in tanti mi presero a pernacchie, ho vinto le elezioni. In tre anni ho gestito la città senza avere un consigliere comunale”. Ma il percorso politico intrapreso da tempo per la corsa a Palazzo d’Orléans ha scadenze istituzionali, prevedendo le dimissioni da sindaco di Messina a febbraio.
Cateno De Luca ha spiegato il motivo della sua presenza a Palermo: consegnare al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè, un documento che ha definito “la vertenza Messina”: “Un preavviso di sfratto cui l”onorevole Miccichè può rispondere battendo un colpo da Presidente del Parlamento, che agisce a tutela di tutti i cittadini, di tutti i territori e soprattutto a tutela della dignità e del lavoro del Parlamento. Un preavviso che, in assenza di segnali concreti non potrà che diventare un avviso di sfratto.”
Esattamente, ha riferito così: “Oggi sono qui per incontrare il presidente Miccichè, gli consegnerò il documento ‘vertenza Città di Messina’ che potrebbe essere anche una vertenza di Palermo o una vertenza Catania, perché il 90% di quello che è contenuto in questo documento è l’insieme dei problemi che tutti gli enti locali, oltre che la Città Metropolitana di Messina, hanno con la Regione e con questo governo. Qui c’è un vulnus: dirò a Miccichè, – prosegue De Luca – con cui mi lega una lunga amicizia, che questo documento è un provvedimento di sfratto anche nei suoi confronti. Non è pensabile che un presidente del Parlamento consenta che un governo non porti a compimento le leggi che approva l’Assemblea. Se guardiamo le finanziarie approvate, il 90% di tutto il lavoro fatto nelle commissioni parlamentari non sono attuate dal governo”, Così ha concluso il sindaco di Messina insieme al deputato Danilo Lo Giudice.
“Le leggi si devono applicare – ha detto – siccome c’è il ‘babbio’ di chi deve fare fuori Musumeci, non mi interessa nulla di questi discorsi”.