“Quando la sera del 26 settembre, appena dopo le Regionali, De Luca disse che si sarebbe candidato a Taormina, ho pensato che non l’avrei mai votato. Nulla di personale ma la mia Taormina non poteva finire nelle mani di un sindaco di Fiumedinisi. Mi sentivo usurpato ed ero anche infastidito. Alla fine mi sono ricreduto e anche se non lo ammetterò pubblicamente, credo di aver fatto una scelta giusta perchè c’era bisogno di un cambiamento. Non mi aspetto miracoli ma spero e mi auguro che con quella sua tenacia possa riportare ordine, decoro e vivibilità in questa città”. Così un noto imprenditore di Taormina spiega la parabola del taorminese che aveva accolto con un certo scetticismo identitario la notizia della candidatura di Cateno De Luca a Taormina ma che poi lo ha scelto e la ha votato nuovo sindaco a furor di popolo il 28 e 29 maggio scorso con oltre 4 mila preferenze, un risultato che non ha precedenti nella storia politica recente della Perla dello Ionio.
Sono trascorsi pochi giorni dall’insediamento al Comune di Taormina e De Luca sta subito imprimendo i suoi ritmi, il suo modo di fare e la sua vulcanicità alla guida del palazzo, con le crociate sull’evasione dei tributi e sul Teatro Antico, sul carico e scarico e sulla raccolta rifiuti. Una partenza “alla De Luca” in quella realtà taorminese che prima del voto sembrava spaccata tra i sostenitori incondizionati e quelli che in modo altrettanto risoluto lo avversavano. Contro di lui c’era una coalizione formata dal Partito Democratico e da Forza Italia, dal M5S e da Fratelli d’Italia, uno schieramento civico che nei fatti era un campo largo unico in Italia. Ma contro De Luca c’era soprattutto l’idea che sembrava un muro invalicabile di quella parte di Taormina che non intendeva votare un sindaco “di fuori” e storceva il naso verso la possibilità di affidardi ad un sindaco fuori dagli schemi. Per questo ci si aspettava un voto per De Luca soprattutto nelle frazioni, epicentro del malcontento, mentre in centro si pronosticava un consenso maggiore per il sindaco uscente Mario Bolognari e quindi una contesa più equilibrata. Sarà un testa a testa: anzi no, una partita senza storia che finirà con De Luca al 63,5% e Bolognari al 25%, con l’ex sindaco di Messina davanti in tutte le 13 sezioni dove si è votato e uno spoglio che dopo pochi minuti ha fatto capire chi sarebbe stato il nuovo sindaco.
Ma quanti di quei 4 mila taorminesi che hanno votato De Luca erano convinti di farlo già il 26 settembre 2022, la sera del post-Regionali, quando arrivò il primo annuncio della candidatura o il 6 gennaio quando ci fu l’ufficialità? “Io ho 20 dipendenti, un’azienda che opera nel turismo e per gran parte è fatta di dipendenti del luogo – spiega un imprenditore taorminese a ilSicilia.it – e non ero il solo a pensare che poteva essere un salto nel buio la scelta di De Luca, perchè ritenevo che ci fosse bisogno di un sindaco del luogo, qualcuno che conoscesse le dinamiche del posto. Figuriamoci quando ho visto che aveva imbarcato nelle sue liste chiunque e anche diversi politici che avevano già amministrato. Devo ammettere che specie in quel frangente non lo avrei votato per nessuna ragione. Non volevo neanche ascoltare i comizi e sentire dire che avrebbe cambiato Taormina ma con al fianco gran parte della politica locale che lui diceva di voler combattere, beh era un controsenso”.
Ma allora, in definitiva, cosa ha cambiato la situazione e quando De Luca ha fatto breccia nel cuore dei taorminesi: “Per me, e credo per diversi altri miei concittadini, il momento in cui è cambiato il punto di vista è stato quando c’è stato il braccio di ferro sulle liste, ci sono stati alcuni fuoriusciti da De Luca che prima avevano amministrato con Bolognari e lo avevano mollato per andare da De Luca e poi sono tornati di nuovo da Bolognari. Credo che lì sia cambiato qualcosa o forse tanto. Magari avrebbe vinto comunque De Luca ma in quella situazione io credo che De Luca si sia messo in gioco e la gente ha cominciato a fare altre valutazioni. Ha capito e apprezzato. Conosco l’ex sindaco, lo apprezzo ed è una persona colta, forse però avrebbe dovuto avere un’altra strategia in campagna elettorale, su quel tira e molla e ha un pò ripetuto qui quello che era successo a Messina, quando De Luca partiva pure allora sfavorito e vinse contro il prof. Bramanti. Ha rischiato anche di perdere De Luca e se perdeva qui se la sarebbe poi scordata la ricandidatura a presidente della Regione. Non è vero che qui difendiamo i privilegi, come va dicendo qualcuno, siamo tutti persone che lavorano e ci mettono impegno e risorse economiche, eravamo diffidenti come lo si è sempre di fronte ad un cambiamento così dirompente come quello proposto da De Luca. Abbiamo fatto una scelta che va nella direzione del dare fiducia a chi aveva fatto comunque bene in un contesto difficile come Messina e al di là di quel suo modo di fare i risultati li ha portati. Crediamo che questo sindaco abbia tutte le motivazioni per fare bene a Taormina, soprattutto nell’ottica di una sua nuova candidatura futura a presidente della Regione“.
E adesso di cosa ha bisogno Taormina per rilanciarsi davvero? “Mettere ordine nella viabilità sarebbe un buon punto di partenza. Vedremo come andranno le cose anche sul prolungamento della stagione turistica. De Luca ha un patrimonio di elettori e cittadini che sono al suo fianco e possono collaborare con lui e possono dare un apporto. Ancora adesso c’è chi non si scopre pubblicamente e io sono uno di questi ma i primi segnali sono sicuramente promettenti”.