E’ diventata definitiva la sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste nei confronti di Matteo Salvini che era imputato per sequestro di persona per i tempi di sbarco nel luglio del 2019 di 131 migranti dalla nave Gregoretti, della Guardia costiera italiana, nel porto di Augusta, nel Siracusano.
Emessa il 14 maggio scorso dal Gup Nunzio Sarpietro, nell’aula bunker del carcere di Bicocca, a conclusione dell’udienza preliminare, la sentenza non è stata appellata dalla Procura generale di Catania e i termini per un ricorso in Cassazione, che le parti civili non possono presentare, sono scaduti. La notizia è stata confermata all’ANSA dal legale dell’ex ministro, l’avvocato Giulia Bongiorno. Quella del Gup di Catania è stata una decisione di natura opposta a quella adottata dal Gup di Palermo che, per il caso Open Arms, lo ha rinviato a giudizio, con un processo che è già pendente. Per il Gup Sarpietro non c’è stato alcun sequestro di persona, né abuso, condividendo la tesi della Procura e della difesa.
In aula il Pm Andrea Bonomo aveva ribadito che l’allora ministro dell’Interno “non ha violato alcuna convenzione nazionale e internazionale“, le sue scelte sono state “condivise dal governo” e la sua posizione “non integra gli estremi del reato di sequestro di persona“. Una ricostruzione contestata dalle parti civili: AccoglieRete, Legambiente. Arci e una famiglia di migranti che era a bordo della Gregoretti che avevano auspicato un ricorso in Cassazione della Procura generale di Catania