Ho sempre guardato serie tv e film quasi di ogni genere, ma sono un vero appassionato di fantascienza. Questa passione mi è nata da ragazzo, guardando “UFO” e “Spazio 1999“, serie TV create dalla fantasia di Gerry & Sylvia Anderson, ed anche “Star Trek” – pensata e realizzata da Gene Roddenberry, uno dei personaggi che ha maggiormente influenzato la fantascienza sul piccolo e grande schermo dagli anni 60 ai nostri giorni.
La serie televisiva “UFO“, composta da 26 episodi in tutto ed andata in onda sulla Rai dal 1970 al 1974, narrava le vicende della Shado (Supreme Headquarters Alien Defence Organisation), un’agenzia internazionale segreta nata per contrastare l’arrivo di alieni provenienti da un pianeta morente con l’obiettivo di rapire essere umani e ricavarne organi da trapiantare. Personaggi mitici per i cultori della serie erano, tra gli altri, il comandante Straker interpretato da Ed Bishop e il colonnello Foster interpretato da Michael Billington – ma anche il colonnello Freeman (George Sewell), il tenente Ellis (Gabrielle Drake) e molti altri ancora.
Questi personaggi, la base sulla luna con i suoi intercettori, l’aereo lanciato da un sommergibile (Skydiver), la navicella aliena, i costumi dei vari personaggi (quello degli alieni era affascinante ma nello stesso tempo incuteva un certo timore), la presenza di numerose donne nel cast con il particolare delle acconciature viola delle addette alla base luna (che ricordano quelle di molte ragazze di oggi), sono tutte componenti che hanno reso “UFO” una serie di successo senza tempo.
Anche gli effetti speciali e sonori erano all’avanguardia per l’epoca e il rumore che accompagnava il volo della navicella aliena è inconfondibile, così come la sigla iniziale che tra l’altro è…. una delle due suonerie del mio telefonino (l’altra è la sigla iniziale di “Spazio 1999” ).
Non sono state molte le apparizioni alla tv italiana di questi attori: io ne ricordo solo una, attesissima, di Ed Bishop avvenuta nel programma di Fazio e Baglioni “Anima mia” (1997) – e devo dire che non solo io, per quel che ho letto, sono rimasto un po’ perplesso per il tono troppo ironico e quasi canzonatorio dell’intervista.
Ancora oggi sono numerosi i fan di questa serie riuniti in associazioni: una delle più importati è ISOSHADO – il cui fondatore, Paolo Malaguti, era amico personale di Bishop e Billington. Sul sito, molto ben curato, di questa associazione (www.isoshado.org), si trova tutto quello che un appassionato della serie potrebbe cercare.
Su Facebook esistono diversi gruppi dedicati alla serie, tra cui vi segnalo:
Ufo TV Series ISOSHADO
Ufo s.h.a.d.o – Italian FANS.
Ed eccoci all’altra creatura degli Anderson, “Spazio 1999” – una coproduzione RAI del 1974/1975, che si componeva inizialmente di 24 episodi. Divenuta un paio di anni dopo una produzione anglo-statunitense, furono realizzati 24 nuovi episodi che erano molto diversi dai precedenti in quanto, allo scopo di soddisfare il mercato americano, la produzione ne aveva voluto stravolgere la sceneggiatura, sorprendendo negativamente i fan.
“Spazio 1999” narra le vicende degli abitanti della base lunare Alpha, dal 13 settembre 1999 alla deriva nello spazio a causa dell’esplosione di alcuni depositi di scorie nucleari, che avevano proiettato la luna al di fuori dall’orbita terrestre.
Diversi protagonisti di questa serie tv sono entrati nel cuore degli appassionati della fantascienza: mi riferisco al comandante Koenig ( un giovanissimo Martin Landau), la mutaforma Maya (Catherine Schell), la dottoressa Russel (Barbara Bain) e poi il prof Bergman, Alan Carter, Sandra e tanti altri ancora. Come in UFO, anche in Spazio 1999 gli effetti speciali erano all’avanguardia, merito del responsabile Brian Johnson che aveva già collaborato con grandi produzioni cinematografiche quali “2001 odissea nello spazio”, e successivamente con “Star Wars” ed “Alien”
Cosa dire poi dell’aquila (Eagle), il mezzo di trasporto nelle sue varie versioni a disposizione degli uomini della base lunare Alpha, e dell’intercettore della serie “UFO“? Erano decisamente avveniristici e sono considerati tra i mezzi spaziali più innovativi per il design, tanto da essere ancora oggi molto ricercati dagli appassionati di modellismo.
Ogni serie di fantascienza lascia qualcosa in eredità a quelle successive: l’idea di far indossare agli abitanti della base Alpha divise con maniche di colore diverso a seconda delle mansioni, si ispira chiaramente alle uniformi indossate nelle prime serie di “Star Trek” .
Sono molti anche i gruppi di fan di “Spazio 1999”: uno dei più organizzati è “Moonbase 99”. Visitando Il loro sito web www.moonbase99.it si possono apprezzare le varie iniziative rivolte ai propri iscritti.
Anche questa serie ha diversi gruppi di fan su Facebook, tra i quali vi segnalo :
Spazio 1999 – Italia Prima e seconda stagione
Spazio 1999 – Italian Fans
I miei suggerimenti di questa settimana riguardano alcune serie tv appena uscite sulle varie piattaforme:
Y l’ultimo uomo su Disney +
Dinner club su Prime
Schumacher su Netflix
Transplant su Sky
E per l interesse che sta suscitando, Squid game su Netflix ( in coreano con sottotitoli in italiano)
Vi do appuntamento alla prossima settimana e aspetto sempre le vostre e-mail con le richieste, consigli o suggerimenti, quindi scrivetemi a fenomenoserietv@gmail.com
Llap Michele.