Inizialmente erano 40 gli indagati, adesso sono otto gli imputati dell’inchiesta sui falsi green pass che a gennaio coinvolse l’ex consigliere comunale Giovanni Cocivera, i responsabili dello studio diagnostico Santa Lucia ed un lungo elenco di clienti che avrebbero usufruito della falsa attestazione in emergenza covid. Stando all’indagine Cocivera (medico radiato dall’albo nel 2020 per un’altra indagine) inviava allo studio diagnostico dati di pazienti che in realtà non avevano mai effettuato il tampone o i cui tamponi non erano stati processati. Dati che venivano quindi inseriti nella piattaforma regionale emergenza covid per il rilascio del green pass.
Nei giorni scorsi si è tenuta l’udienza davanti al gup Francesco Torre che ha disposto il rinvio a giudizio al 18 ottobre per quattro imputati per i quali si è proceduto con rito ordinario: Giovanni Cocivera, Giuseppe Cozzo (titolare dello studio), Antonio Spinella e Rosario Guastella.
Per il titolare dello studio diagnostico Giuseppe Cozzo, difeso dall’avvocato Filippo Di Blasi che ha sostenuto anche la sua estraneità all’associazione contestata, il giudice ha revocato la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla pg. Anche nei confronti di Cocivera, difeso dall’avvocato Nicola Giacobbe, è stata revocata la misura cautelare.
Per quanto riguarda gli altri imputati Francesca Arena ha patteggiato un anno e 8 mesi, le clienti Silvana Sapuppo e Maria Procacciante sono state condannate in abbreviato a 4 mesi, mentre altri due clienti Maurizio Currò e Melania Cucinotta hanno chiesto di accedere alla messa alla prova.