Il futuro è digitale e green anche per le autostrade. Le cosiddette “strade intelligenti”, le smart road, sono ormai un tassello nel più ampio scenario di smart city e smart mobility. Piattaforme di osservazione e monitoraggio del traffico, modelli di elaborazione dei dati e delle informazioni sulle condizioni stradali, del traffico o su situazioni particolari per agevolare i viaggiatori: visioni utopiche per i siciliani.
La linea era stata già tracciata nel 2018 con il decreto Smart road firmato dall’allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. Osservando lo stato attuale delle autostrade nell’Isola è difficile immaginare un cambio così repentino della traiettoria. Eppure aveva risposto subito positivamente e nell’aprile dello stesso anno era stato presentato un progetto per rivoluzionare la tangenziale di Catania.
L’idea era quella di donare ai cittadini etnei una tangenziale 2.0 innovativa, capace di anticipare ampiamenti i tempi. Il piano prevedeva progetti di modernizzazione della gestione del traffico e della corsia di emergenza, l’installazione di un Hot Spot WiFi per la connessione tra l’infrastruttura e i veicoli, per consentire la fruizione di servizi a bordo, come l’infomobilità in tempo reale. Il tutto per un costo iniziale complessivo di 3,5 milioni di euro, compreso in un maxi finanziamento di 3 miliardi di euro che va dall’autostrada Palermo–Catania, ai collegamenti con Gela, fino all’arteria che cinge il perimetro dell’area urbana del capoluogo etneo. La partenza era stata fissata per settembre 2018 mentre il termine 5 mesi più in là, nel febbraio 2019.
Dopo 5 anni la rivoluzione smart è avvenuta o no? Inutile girarci intorno… le strade parlano da sé. Finora, per gli automobilisti, un lustro di soli disagi. Certo, non si può dire che il “sogno rivoluzionario” si sia spento: i lavori procedono, seppur a passo di lumaca, e il traguardo adesso è dicembre 2023.
Ma cosa manca ancora perché il nastro venga tagliato prima dell’arrivo del nuovo anno? Dal punto di vista dei lavori, sono in corso quelli riguardanti l’impianto su fibra ottica, la collocazione di telecamere per fornire informazioni in tempo reale su traffico, uscite, interruzioni e clima, e la copertura di circa 25 km di tratta. Spinosa invece la questione relativa alla digitalizzazione. Al momento sul campo non si registra nulla, solo ipotesi. Quest’ultime consistono nell’informatizzazione di viadotti, ponti, scatolari, gallerie (per i quali verranno collocati dei sensori di rilevamento per il monitoraggio) per determinare modelli matematici di dettaglio utili per la manutenzione e progettazione di interventi.
La situazione è più complessa se spostiamo i riflettori sulla Palermo-Catania, il cui progetto è stato presentato nel 2021. Su questo tratto in problemi non mancano e la situazione per tutto il resto è veramente critica.
In cinque anni ogni cosa è rimasta, più o meno al suo posto. Annunci, speranze, ipotesi di lavoro non hanno lasciato il posto agli esiti. Smart road è ancora un bel titolo, un’illusione che funziona, ma poco di più.