Un ciclone medicane e’ a sud-est della Sicilia, pronto a flagellare l’isola per la seconda volta dopo l’ondata di maltempo che ha spazzato via tre vite umane e messo in ginocchio Catania e la sua provincia. Il ciclone, secondo i meteorologi, potrebbe muoversi verso nord arrivando, tra la sera di domani e la mattina di venerdì sulle coste orientali della Sicilia Orientale e Calabria ionica con una potenza che, in mare, potrebbe determinare onde alte oltre 4 metri e mezzo.
“Ci attendono ore che potrebbero essere complicate”, ha detto il capo della protezione Civile, Fabrizio Curcio, giunto nel capoluogo etneo ieri per toccare con mano la devastazione causata dal nubifragio. La città sotto l’Etna è ferita, guardata bonariamente da un vulcano che qualche giorno prima aveva lanciato un nuovo sbuffo di cenere, l’ultimo in ordine di tempo in una eruzione che ai catanesi ha offerto oltre un anno di spettacolari parossismi. Non e’ arrivato da lì il colpo, e non era la fastidiosa, ma gestibile cenere, quella che questa volta e’ piovuta dal cielo con una forza violentissima.
“Sono caduti millimetri di pioggia veramente impressionanti. Quei 600 mm che sono stati registrati – ha aggiunto Curcio – in alcuni casi, descrivono bene quello che e’ successo nel territorio. Eventi intensi e improvvisi, in un territorio che ha delle criticità“. Si riferisce al dissesto idrogeologico? “Questo fatto che si chieda cosa era possibile fare prima… io dico parliamo pure del dissesto idrogeologico in generale, ma lo facciamo dopo avere affrontato questo evento“. La giunta siciliana ha deliberato lo stato d’emergenza regionale e avanzato la richiesta al governo centrale del riconoscimento dello stato di calamità nazionale. La ricognizione dei danni – per la quale sono giaà stati attivati gli uffici regionali della Protezione civile, del Genio civile e degli Ispettorati agrari – sarà possibile solo dopo il cessato stato di allerta che potrebbe protrarsi fino a domenica. Scuole, impianti sportivi, edifici comunali, aree verdi e tribunale resteranno chiuse domani e dopodomani, e non solo nel Catanese. Sarà così anche nel Siracusano, e si attendono misure simili nel Messinese e nel Ragusano: tutta la costa orientale, insomma, e’ in attesa di capire se il ciclone arriverà e dove, con quale forza o se si ‘sgonfierà’ prima di abbattersi al suolo.
“Non è finita. Noi siamo pronti – ha spiegato Curcio – si sta facendo il possibile, vediamo cosa succederà domani e dopodomani (oggi e domani, ndr) e verificheremo. C’e’ un Centro coordinamento soccorsi attivo, coordinato dal prefetto, con funzioni di monitoraggio territoriale. C’e’ una mobilitazione nazionale, anche con il direttore dell’emergenza dei vigili del fuoco ha già disposto l’invio di squadre da altre regioni. Il direttore regionale della Protezione civile si riserverà di chiamare altre forme di volontariato“.
(FONTE AGI)