Ritorni illustri e destini incrociati. Il cammino della politica siciliana si è imbattuto oggi in questi due significativi aspetti non di poco conto.
“Battetevi caro Roberto Di Mauro e caro Gianfranco Miccichè perché nella sanità si privilegi il pubblico, perché io temo che consapevolmente o inconsapevolmente si sta scivolando verso la sanità privata”. No non sono battute rubate da un diario privato, ma storia di politica quotidiana da parte di un leader ritrovato sulla scena regionale. Raffaele Lombardo sfrutta un sabato pigro di ottobre per tornare sui luoghi che lo hanno visto protagonista della politica siciliana: “Mi spiegate perché il Cefpas deve essere distrutto, demolito? Glielo puoi chiedere?”. e ancora “Perché non è simpatico? Perché non s’inchina? Perché non esprime servilismo, perché non bacia la pantofola? Lo vuoi chiede alle autorità competenti, caro Roberto, per favore?”
Roberto è Di Mauro, l’assessore regionale ai Rifiuti del governo Schifani, che si trova in questo caso nella difficile veste di postino dei piani alti dei Palazzi. A lui l’incarico di chiarire anche questo nei delicati rapporti con governo e alleati. Ma la convention di Palermo ha segnato un altro ritorno sulla scena pubblica, quello dell’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè seduto in platea tra i lombardo-leghisti 2.0: ” Raffaele Lombardo dimostra di essere una persona seria, sono contento che mi abbia invitato e l’ho ascoltato con molto interesse. Non andrei mai in un movimento per l’autonomia, però devo dire che qualche stimolo me l’ha dato, condivido molte cose che ha detto” – ha commentato, aggiungendo – “Bisognerebbe chiedere ai partiti nazionali cosa pensano di quello che sta accadendo in Sicilia, dove anziché parlare di sviluppo e progetti si parla di un assessore che si scopre ora di essere figlia di un mafioso e ‘colpevole’ di non averlo detto un anno fa e di parenti piazzati in alcune Fondazioni- aggiunge Micciché – In questa fase alla Regione non vedo un progetto, non c’è un programma. Raffaele Lombardo oggi ha avuto il coraggio di dire molte cose che non vanno”