No al Ponte sullo Stretto, sì ad un Fondo riparazione per i danni causati dal cambiamento climatico. Ultima generazione tocca anche Messina e stamattina si è tenuto un brevissimo sit in in via Vittorio Emanuele, dalle 10.45 alle 11.30. Sei attivisti hanno bloccato la circolazione sedendosi sull’asfalto con gli striscioni per chiedere un “Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato”, una delle campagne che il movimento sta portando avanti.
La protesta, pacifica, si è conclusa con l’arrivo delle forze dell’ordine che hanno liberato la carreggiata e gli attivisti non hanno fatto alcuna opposizione allo sgombero. Gli agenti li hanno sollevati da terra e portati nelle auto di servizio per l’identificazione.
“Il governo stanzia soldi per opere inutili come il Ponte- dicono gli attivisti– e non dà risorse per migliaia di cittadini vittime di alluvioni, incendi, eventi estremi”.
Da queste premesse la richiesta di un fondo apposito che si basa sul cambio di paradigma politico: non più la logica dell’emergenza di fronte alle conseguenze dei fenomeni estremi, ma quella della programmazione. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l’eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari”.
Il governo regionale, che ha dichiarato lo stato di calamità naturale, stima che in Sicilia i danni provocati dagli incendi estivi ammontino a circa 260 milioni di euro: 60 milioni di danni diretti e oltre 200 milioni, quantificati dagli ispettorati provinciali, riferibili alle perdite del settore agricolo, distruzione di produzione e strutture, causate degli incendi. Inoltre i picchi delle ondate di calore di 45-47 gradi hanno incenerito 62561 ettari di patrimonio naturale e boschivo.
Secondo Ultima Generazione, il fondo dovrebbe prevedere 20 miliardi di euro per riparare i danni subiti dai cittadini a causa degli eventi meteorologici estremi (alluvioni, grandinate, incendi, siccità e così via) dovuti allo stravolgimento climatico provocato dall’uso dei combustibili fossili.