Si registra un crollo della natalità in Sicilia. Nell’isola muoiono molte più persone di quante ne nascano. Nel 2019 (dato che non risente dell’effetto della pandemia) sono decedute il 26% di persone in più rispetto a quante ne sono nate.
L’allarme viene da Adolfo Allegra, presidente dell’Associazione nazionale dei centri di fecondazione assistita CECOS Italia che venerdì e sabato celebrerà il congresso annuale a Palermo. Nel 2008 i nati in Sicilia furono 50.000, nel 2019 (ultimi dati disponibili) soltanto 38.600 con un decremento di natalità del 23% in soli 11 anni.
“Il fenomeno del “Baby sboom– evidenzia Allegra come, parafrasando e rovesciando quello che avvenne negli anni 60, – in Italia è tristemente in ascesa. Gli ultimi dati sulle nascite fanno emergere una decrescita costante dei nuovi nati. Anche se il 2021 non si è ancora concluso, è evidente che il nostro Paese vive da anni un malessere strutturale, che ci può far parlare di emergenza nascite“.
Si va sempre più accreditando la convinzione che il decremento della natalità registrato negli ultimi anni nel nostro Paese abbia cause ben definite, di difficile risoluzione e destinate, in un futuro prossimo, a far peggiorare sempre di più la situazione.
“Nel 2019 – continua Allegra – il numero di nati per donna era di 1,27 quando soltanto nel 2008 era di 1,45. L’Italia è peraltro il paese d’Europa con l’età media della donna al primo parto più avanzata (32,2 anni). Nel 2019 nel nostro paese i deceduti sono stati il 33,8% in più dei nuovi nati!”
“Quindi – sottolinea Adolfo Allegra – c’è tanto da fare; in primis bisogna prevenire l’infertilità promuovendo la cultura della ‘procreazione da giovani“. Infatti, dopo i 35 anni, diventa sempre più difficile per una donna concepire spontaneamente.