Immancabile, dopo il corteo, c’è anche la polemica “post”. Se a tenere banco è lo striscione sul Ponte che “unisce due cosche” invece che due coste (QUI), c’è anche il tradizionale balletto delle cifre. Secondo la questura di Messina i partecipanti al corteo No ponte sarebbero stati tra i 3 e i 5 mila, mentre per il Comitato organizzatore il numero è di 10 mila”.
IL POPOLO NO PONTE
“La motivazione contro il feticcio del ponte va avanti- hanno commentato gli esponenti di “Invece del Ponte”- sempre più forte e consapevole di rappresentare un popolo che non vuole accettare la devastazione e lo sperpero di denaro pubblico. La manifestazione è stata imponente e conferma la fortissima opposizione” (QUI)
RETE CIVICA
La pensa diversamente la Rete civica infrastrutture nel Mezzogiorno che attraverso il presidente Fernando Rizzo evidenzia come, anche quando fossero stati diecimila il numero sarebbe comunque esiguo per un corteo che si è definito nazionale.
“Le regole costituzionali della nostra Carta, basate sulla democrazia partecipata, dicono che il consenso si manifesti con il voto elettorale. Regola da noi accettata anche quando questa per due legislature, ci ha penalizzato, con governi che hanno negato diritti fondamentali di uguaglianza sostanziale tra Nord e Sud del Paese, sopprimendo le infrastrutture strategiche. Mentre oggi il Ponte sullo Stretto è tornato con legge ad essere riconosciuto “opera prioritaria e di preminente interesse nazionale” e le parti in gioco stanno rispettando tutte le scadenza per iniziare i lavori entro il 2024”.
IL DATO DELLE URNE
Secondo Rizzo il corteo, con molti più partecipanti provenienti da fuori Messina, sarebbe la “fotografia” dei risultati delle urne sia locali che nazionali.
“Da due legislature consiliari gli “ex accorintiani” messinesi, con verdi e sinistra italiana, non riescono ad esprimere un consigliere comunale, come del resto il M5S e la lista Sturniolo. E il Pd due consiglieri con i suoi 6.400 voti. Eccetto Sturniolo tutti i candidati a sindaco erano favorevoli al ponte e alcuni, come Basile e Croce, lo hanno persino inserito nel loro programma elettorale”.
IL 2,3% DEI RESIDENTI
A livello nazionale il centro destra ha incluso al secondo punto del programma la realizzazione del Ponte ed ha vinto. Fernando Rizzo ricorda poi un dato (terribile) e cioè che i residenti a Messina, alla data del 31 agosto 2023 sono 217.583 ( con ben 7.000 in meno, perché andate via per lavoro, rispetto allo stesso periodo del 2022).
“Se pure, nell’ipotesi migliore, fossero stati presenti al corteo 5.000 messinesi sarebbero il 2,3% della popolazione residente, e per gran parte cittadini provenienti dalle aree di Ganzirri e Torre Faro di cui una parte interessata ai lavori del ponte. E ciò malgrado la presenza di circa 70 sigle tra partiti di opposizione come il PD, il M5S, Sinistra Italiana, Europa Verde, la CGIL, e poi WWF, Lega Ambiente, Italia Nostra, e decine di altri comitati. Ecco perché questi manifestanti che insultano se stessi con gli slogan in cui siciliani e calabresi sono tutti mafiosi, che si oppongono alla metropolitana tra Messina e Reggio Calabria, ad un attraversamento ferroviario e stradale in 3 minuti, allo sviluppo dei porti, delle autostrade, delle ferrovie, in una parola al lavoro ed alla crescita di uno dei territori più poveri d’Europa, non ci rappresentano ora e non ci rappresenteranno mai”.