“A seguito di una specifica richiesta, la Procura di Palermo ha comunicato che i nastri delle intercettazioni dei fratelli Buscemi di cui era stata disposta la distruzione erano conservati negli archivi dell’ufficio e che invece non è stato possibile reperire tre dei quattro brogliacci riguardanti quelle intercettazioni“. Così il presidente della Commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo in merito alle intercettazioni dei fratelli Nino e Salvatore Buscemi, gli imprenditori coinvolti nelle indagini su Cosa Nostra e considerati vicini a Totò Riina.
L’annuncio è stato fatto nel corso dell’audizione dell‘ex pm Gioacchino Natoli, storico componente del pool antimafia siciliano, il quale aveva chiesto di essere audito per alcuni chiarimenti a seguito delle dichiarazioni in commissione rese nei mesi scorsi da Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino e legale dei figli del giudice ucciso. Trizzino avrebbe sostenuto che Natoli – titolare di un’inchiesta a Massa Carrara sui fratelli Buscemi della quale aveva poi chiesto l’archiviazione – nel 1992 avrebbe dato l’ordine di distruggere nastri e intercettazioni relative a quel procedimento.
Durante una serie di precedenti audizioni il legale aveva ipotizzato alla base dei moventi della strage di Borsellino, alcuni collegamenti tra mafia e appalti, citando anche l’indagine sugli imprenditori Buscemi. Oggi Natoli in audizione ha chiarito, anche attraverso l’attestazione della Procura, che le bobine e i brogliacci relativi a quell’inchiesta non sono mai stati distrutti e sulle dichiarazioni di Trizzino ha commentato: “Sono stati narrati come fatti veri quelle che erano mere ipotesi investigative o semplici sospetti”.