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La scomparsa

Emanuele Catarinicchia: il vescovo “scomodo”, amato dalla gente

martedì 30 Gennaio 2024

Sono stati celebrati ieri nella Cattedrale del Ss.mo Salvatore a Mazara del Vallo i funerali di monsignor Emanuele Catarinicchia, il presule originario di Partinico che fu alla guida della diocesi mazarese e prima ancora di quella di Cefalù. Una figura di assoluto rilievo per più di una diocesi nei lontani anni Ottanta.

Catarinicchia, che si è spento all’età di 97 anni, forse non è noto al “grande pubblico” ma il suo servizio pastorale e la sua vicinanza alla gente non sono stati dimenticati dai fedeli delle due diocesi siciliane. Eletto alla sede vescovile di Cefalù l’11 novembre 1978, venne ordinato, sempre quell’anno, il 17 dicembre. Rimase alla guida di questa Chiesa particolare fino al 1987. Ha poi guidato la diocesi di Mazara del Vallo dal 7 dicembre 1987 e sino al 15 novembre 2002, per quasi 15 anni. Diventato emerito ha scelto di rimanere a vivere a Mazara del Vallo.

A presiedere le esequie è stato monsignor Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana. A concelebrare il cardinale Paolo Romeo, l’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice e i vescovi di Monreale, Cefalù e Caltagirone Isacchi, Marciante e Peri. Con loro anche gli emeriti Vincenzo Manzella (Cefalù) e Domenico Mogavero (Mazara del Vallo) e l’ex Nunzio apostolico monsignor Vito Rallo.

“Pastore premuroso e paterno” lo ha definito nel suo telegramma di cordoglio il Segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin, mentre il presule mazarese monsignor Angelo Giurdanella  ha rivelato: “per me è stato molto di più che un rispettabile vescovo emerito, dal tratto elegante e sempre cordiale, è stato piuttosto un padre per l’inizio del mio ministero”.

Ma è sul web che si rincorrono i ricordi di monsignor Catarinicchia. Don Giuseppe Amato, giovane prete della diocesi di Cefalù scrive: “uno di quei pastori che difficilmente si dimenticano … e il popolo in questi decenni non lo ha dimenticato. È entrato nelle case di tanta gente con semplicità, col cuore del pastore e con gesti di Padre” e sempre da Cefalù il docente Mario Macaluso scrive: “quando arriva a Cefalù ha solo 52 anni. Rifiuta la macchina lussuosa per andare in giro in utilitaria. Al baciamano della gente preferisce l’abbraccio fraterno. Catarinicchia si accorge di quanto accade all’interno del Municipio cefaludese. Per lui è sofferenza. «Solo chi non vuol vedere non vede» usa ripetere a chi vuole conoscere il suo pensiero sui problemi irrisolti della città”

Commosso anche il ricordo di don Giuseppe Alcamo, presbitero mazarese e docente della Facoltà Teologica di Sicilia: “si è fatto amare e si è impegnato ad amare, con la sua capacità di rendersi presente nei momenti difficili o strategici che hanno segnato il quotidiano dell’intera Chiesa locale e delle singole famiglie. Nonostante lo scorrere del tempo e il passare degli anni rimane ancora oggi una figura ideale a cui fare riferimento”.

Monsignor Catarinicchia riposerà nella sua ultima Cattedrale a Mazara nella cappella di San Vito, per sua espressa volontà.

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