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La confessione

Strage di Altavilla Milicia (PA), arrestata la figlia superstite: “Ha partecipato alle torture”

venerdì 16 Febbraio 2024

Svolta nelle indagini sulla strage di Altavilla Milicia(PA), in cui sono stati torturati e uccisi Alessandra Salamone e i figli Kevin ed Emanuel. La figlia del muratore è stata fermata il 14 febbraio fa per omicidio dalla Procura dei minori. La ragazza avrebbe partecipato alla strage.

Il fermo è stato convalidato dal gip. A coordinare l’indagine è la procuratrice dei minori Claudia Caramanna.

Il 14 febbraio, 3 giorni dopo il ritrovamento dei cadaveri dei fratelli e della madre, quando già era stata affidata a una comunità protetta, si è presentata alla Procura per i Minorenni di Palermo e ha raccontato tutto. Rivelazioni agghiaccianti che hanno indotto il magistrato a disporre il fermo, per omicidio pluriaggravato in concorso e occultamento del cadavere, della 17enne figlia del muratore di Altavilla Milicia che ha ucciso moglie e figli, insieme a due complici, nel corso di un esorcismo.

L’adolescente ha rivelato il suo pieno coinvolgimento nei fatti. Interrogata in presenza del suo legale ha rivelato cosa è accaduto nella sua abitazione, “fornendo un resoconto agghiacciante, anche in relazione al contributo personale fornito in relazione alle torture subite dalla madre e dai fratelli, alle loro atroci sofferenze, ed all’agonia fino alla morte”, si legge in una nota della Procura dei Minori.

La ragazza ha raccontato anche quanto successo dopo l’assassinio della madre e come il padre e i complici diedero fuoco al cadavere e successivamente seppellirono i resti. La minore ha detto che già da anni c’erano dei “demoni” in casa e che per colpa dei diavoli erano accadute delle cose negative alla sua famiglia: perciò avevano avuto la necessità di scacciarli dalla madre e dal fratello 16enne molto legato alla donna e quindi posseduto dalle stesse figure demoniache.

La ragazza è stata fermata e il gip ha convalidato il provvedimento.

 

La conferenza stampa del pm

 

Giovanni Barreca e i due conviventi Sabrina Fina e Massimo Carandente si sono conosciuti sui social network“. Lo ha reso noto, durante una conferenza stampa che si è svolta oggi, il pm di Termini Imerese Manfredi Lanza che coordina l’indagine a carico dei tre accusati di aver massacrato la moglie e due figli di Barreca durante un esorcismo.

La coppia di palermitani era in casa al momento del triplice omicidio. La villetta era frequentata solo da loro oltre che dalla famiglia“, ha aggiunto.I due conviventi sono stati fermati a Palermo la mattina dell’11 febbraio all’interno della loro abitazione dove sono arrivati il 10 febbraio” , ha spiegato il comandante della Compagnia dei carabinieri di Bagheria Francesco Battaglia.

Secondo quanto emerso in conferenza stampa, Barreca ha chiamato i militari all’una di notte di domenica confessando gli omicidi.

Il rito collettivo era iniziato da un mese e coinvolgeva tutta la famiglia Barreca e Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia che avrebbe partecipato al massacro. Erano tutti preda di un delirio mistico“. Lo ha detto il Procuratore Ambrogio Cartosio nel corso della conferenza stampa. Le vittime e gli assassini, dunque, avevano cominciato un mese fa una sorta di rito di purificazione dal demonio, poi sfociato negli omicidi.

Le torture fisiche sono iniziate l’ultima settimana da quando i ragazzini non sono più andati a scuola. La madre è stata uccisa prima, forse, perché si sarebbe opposta alle torture ai propri figli“. Lo ha detto il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, aggiungendo che: “La superstite, la figlia primogenita ha partecipato alle torture dei riti di purificazione. Ho trasmesso gli atti alla procura per i minorenni che ha competenza. E’ una terribile tragedia, quando ci siamo trovati lì è stato uno strazio. Vedere i corpi in quelle condizioni è stato un dramma. Non c’è alcun motivo di enfatizzare quanto è successo. Il padre è un soggetto che da anni vive un delirio mistico dominato da una fanatica religiosità che pesa molto sui figli.

È una vicenda che ha particolarmente colpito dal punto di vista umano ed emotivo anche noi carabinieri. Abbiamo messo sul terreno le migliori risorse per una perfetta ricostruzione della vicenda.” Sono le parole espresse dal Comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, generale di brigata Luciano Magrini, intervenuto alla conferenza stampa sul triplice delitto.

 

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