I comuni siciliani beneficeranno di 350 milioni di euro, si tratta di assegnazioni finanziarie stabilite dall’ultima manovra regionale per il triennio 2024 – 2026. Entro maggio saranno erogate le prime tre rate.
Sono risorse ordinarie che ogni anno vengono erogate nelle casse degli enti locali per fare fronte alle classiche spese, quali ad esempio mutui, pagamento di stipendi, gestione dei rifiuti. E non solo, parliamo di somme necessarie per svolgere svariate attività amministrative: prevenzione degli incendi, diserbamento e pulizia fondi, vigilanza su privati ed enti pubblici per le attività di pertinenza.
A che punto è allora su questo il governo regionale?
La Regione Siciliana avvierà a breve il trasferimento delle risorse economiche relative al Fondo Autonomie locali che saranno ripartite tra i 391 comuni dell’Isola, in base ai criteri definiti dalla Conferenza regionale delle Autonomie locali e insieme a Anci Sicilia. Il budget è sicuramente maggiore rispetto ai 326 milioni di euro previsti lo scorso anno, ma comunque sempre poco sufficiente rispetto all’esigenze di tutti: “Aumentiamo di 20 milioni su 391 comuni, ma si tratta di 10/20 mila euro in più a comune”, ha detto Andrea Messina, assessore regionale alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica.
A parte il fondo ordinario, la manovra regionale ha previsto tutte le riserve che contengono gli interventi straordinari che saranno messi a punto dai vari dipartimenti regionali, da quello delle autonomie locali a quello dei rifiuti. Le riserve sono tantissime ma vanno estese a quei comuni che presentano particolari situazioni o difficoltà. Basti pensare al fenomeno migratorio dell’isola di Lampedusa e Linosa e dei comuni di Pozzallo, Modica, Augusta, Siculiana e Porto Empedocle: il contributo straordinario ammonta complessivamente a 2 milioni di euro. Parlando dei temi più importanti che riguardano la Sicilia, c’è la questione dei costi (ed extra costi) derivanti dal trattamento dei rifiuti. Non mancano, in tal senso, le riserve che destinano alle isole minori un contributo di 6 milioni sulle spese per il trasporto dei rifiuti via mare. E ancora, riserve ai comuni che nell’anno precedente e in quello in corso hanno superato la soglia del 65% di raccolta differenziata di rifiuti solidi urbani, la cui certificazione è rilasciata dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa).
Per eseguire questi trasferimenti straordinari c’è tutta una procedura da seguire in funzione del tipo di riserva, considerato che non tutte saranno gestite dal dipartimento Autonomie locali, ma anche da quello dei rifiuti, delle infrastrutture, pubblica istruzione, in base quindi alla finalità. Occorre prima raccogliere le domande e i dati dei singoli comuni. Interventi che, spiega Messina, sono comunque in itinere.
Passando alla situazione finanziaria specifica degli enti locali non mancano le solite difficoltà. “Ogni giorno registriamo sempre più comuni che si aggiungono alla lista dei dissestati, purtroppo questo dipende dall’organizzazione strutturale dei comuni”.
La maggior parte delle volte, il problema dipende dalla mancata o parziale attività di riscossione dei tributi da parte delle amministrazioni locali, una inerzia, questa, che no può a volte non nel dissesto. Secondo un principio di contabilità pubblica, i crediti che i comuni non riescono a riscuotere confluiscono in “un fondo di svalutazione che devono accantonare ogni anno per coprire la mancata riscossione”, dunque il bilancio viene, di volta in volta, eroso da questi accantonamenti.
“Correggere la riscossione è fondamentale, penso ai comuni di Gela e Catania che sono andati in dissesto”, ha aggiunto l’assessore Messina.
Una storia che va avanti in Sicilia da oltre 10 anni, soprattutto nei comuni del Sud, laddove si registrano maggiori sacche di povertà e quindi diventa difficile riscuotere. Per ovviare al “disastro”, è opportuno, afferma Messina, che il comune interessato si organizzi con le ingiunzioni inseguendo tutti quei cittadini e aziende che non pagano le tasse.