Per chi ama i libri, non solo per il loro intrinseco contenuto ma come oggetto prezioso a cui dedicare amorevoli attenzioni, “Il Famedio della Biblioteca comunale di Palermo. Galleria dei ritratti di Siciliani illustri” – curato da Salvatore Pedone e Mario Di Liberto, illustri studiosi e appassionati ricercatori, sul quale si spende coraggiosamente, nell’anno del suo quarantesimo anniversario, l’editrice Nuova Ipsa – costituirà una felice scoperta che apprezzerà ancor di più sfogliandone i circa seicento straordinari fogli di cui è composto.
Pagine, dense e meditate, occupate da puntuali biografie, accompagnate da pregevoli riproduzioni dei ritratti di tutti i personaggi che popolano l’originale Famedio della Biblioteca comunale di Palermo. Un volume particolarmente pregevole perché ci consente, attraverso le preziose biografie che ne scandiscono sue varie parti, di ripensare il ruolo ed il peso significativo che la Sicilia – isola felicemente al centro di quel Mediterraneo più volte richiamato come “il luogo della storia” – ha positivamente giocato nel cammino della civilizzazione umana.
I tanti ragguardevoli personaggi, che sono nati nell’isola o che in essa hanno vissuto e che ne hanno illustrato nel corso di due millenni e mezzo la storia, sono stati infatti, per la gran parte, tasselli importanti di quel meraviglioso mosaico che costituisce la civiltà mediterranea; personaggi che hanno infatti contribuito, come attori non secondari, al suo progresso umano e scientifico.
Encomiabile è stata, infatti, l’idea di quegli uomini di cultura che, a partire dal 1761, hanno pensato di accogliere, proprio nei locali Biblioteca del Senato Palermitano, oggi intestata a Leonardo Sciascia – lo scrittore che ha elevato la irredimibilità siciliana a categoria della storia – questa raccolta, unica nel suo genere, di ritratti “degli uomini più illustri della Sicilia in lettere e in arti liberali” – così scrive il marchese di Villabianca – che hanno con il loro genio e le loro intuizione nobilitato la storia siciliana.
Una quadreria oggi purtroppo poco conosciuta, frutto di donazioni e acquisizioni, un prezioso reperto culturale orgoglio della città di Palermo e di quella stessa Sicilia che, con buona pace di chi sogna recinti, isola non è e non lo è mai stata. Va dato, dunque, merito a Salvatore Pedone e a Mario Di Liberto, che tale memoria importante ci trasmettono attraverso questo raffinato volume che non dovrebbe mancare nelle case di noi siciliani, di avere dato un contributo importante alla divulgazione della conoscenza di un pezzo significativo di quell’immenso patrimonio artistico e culturale di una città che troppo spesso non riesce a valorizzare.