Roberto Lagalla, attuale sindaco di Palermo, intervistato in un web talk su YouTube ha dichiarato: “In questo momento mi darei sette, ossia il voto che si dà agli studenti promettenti che devono ancora dimostrare fino in fondo le loro capacità. La risposta della città ai miei appelli è un processo lento, assimilabile a tutti quelli che hanno come caratteristica la maturazione di un approccio e di un atteggiamento culturale”.
“In quanto tale – prosegue Lagalla – pone evidentemente qualche resistenza. Devo dire che sto cogliendo una sorta di ricettività e di sensibilità fra le mie concittadine e i miei concittadini che però ora va tradotta in fatti sotto la guida della mia amministrazione“.
E sul tema del gay pride ha spiegato: “Parteciperò come ogni anno alla conferenza stampa e all’evento. Lo farò perchè il sindaco prima di ogni cosa deve essere garante e rispettoso di tutte le sensibilità legittime presenti in una città. Ha un valore politico, ma in primis ha un valore civile e i diritti civili non possono non fare parte di un programma politico. Omofobia e persecuzioni non sono paradigmi che si addicono al mio modo di pensare. Tolleranza, accettazione e responsabilità nell’analizzare i fenomeni della società sono tutti messaggi che invece vorrei dare soprattutto ai giovani e ai miei figli“.
Sulla vittoria in Sardegna di Todde ha sottolineato: “Non so se avrà un impatto e delle conseguenze a livello nazionale, ma certamente è una sconfitta. Mi sembra che nelle elezioni in Sardegna abbiano prevalso un fatto localistico e in primis logiche territoriali come la vicenda dei voti della città di Cagliari. Credo anche che la candidatura di Soru abbia influito sull’esito perché ha raggiunto comunque l’8% sottraendo voti anche al centro destra“.
Inoltre, sulla multiculturalità del capoluogo siciliano ha dichiarato: “Con la restituzione della sinagoga di Palermo, già chiesa di Santa Maria del Sabato, abbiamo riconsegnato agli ebrei un luogo di culto importante. Tengo a sottolineare che la città è aperta a tutte le religioni e che abbiamo dato segnali importanti a tutte le confessioni. A Palermo la tolleranza è un elemento identitario della cultura e per questo può partire un messaggio di ibridazione culturale e di una nuova una visione che a me piace definire ‘euromediterranea’“.